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Donald Trump assolto anche al secondo impeachment, i repubblicani non gli voltano le spalle: potrà ricandidarsi nel 2024

13 Febbraio 2021 - 22:49 Riccardo Liberatore
Non bastano i 57 voti al Senato per condannare l'ex presidente Usa, accusato di aver incitato le rivolte che hanno portato all'assalto di Capitol Hill

«Not guilty». Il secondo processo di impeachment nei confronti di Donald Trump, accusato di aver incitato l’insurrezione del 6 gennaio, si è concluso con l’assoluzione dell’ex presidente. Il verdetto è arrivato alla fine di una lunga giornata che ha visto diversi colpi di scena, prima con il voto del Senato a favore di nuove testimonianze, ipotesi poi accantonata dopo una breve sospensione dell’udienza. Alla fine 43 senatori hanno votato contro l’impeachment e 57 a favore, di cui 7 repubblicani. Per condannare l’ex presidente sarebbe servita una maggioranza di due-terzi.

«Il voto di oggi è quasi sicuramente come sarete ricordati dalla storia», ha dichiarato il capo dell’accusa Jamie Raskin, dopo la sua arringa finale. «L’assoluzione – ha aggiunto Raskin – metterà il Paese in una strada pericolosa: è questa l’America? Quale America sarà? Questo è ora letteralmente nelle vostre mani». Nella sua arringa finale uno dei deputati di Trump invece ha falsamente sostenuto che l’assalto al Congresso fu compiuto da gruppi «di destra e di sinistra», scatenando le lamentele di diversi senatori democratici. Molti repubblicani – tra cui il leader al Senato, Mitch McConnell, che ha votato contro l‘impeachment – hanno sempre sostenuto che fosse incostituzionale processare un ex presidente.

Il Senato vota per sentire altri testimoni. Poi il dietrofront

Nel pomeriggio il Senato aveva votato a favore di una mozione che apriva alla possibilità di convocare testimoni e acquisire nuovi documenti, facendo presagire che il processo non si sarebbe concluso in giornata. Ma, dopo una breve pausa, le parti hanno raggiunto un accordo per introdurre tra le prove le dichiarazioni scritte di una sola testimone, la deputata repubblicana Jaime Herrera Beutler, che ieri aveva aggiunto dei nuovi dettagli sull’assedio al Campidoglio.

Beutler, 42 anni, rappresentante dello stato di Washington, ha raccontato che il leader del suo partito alla Camera, Kevin McCarthy, le aveva riferito di una telefonata avvenuta durante l’assalto al Congresso nella quale Trump si era schierato a favore dei suoi supporter. Alla richiesta di McCarthy di placare gli animi dei suoi sostenitori e fermare l’insurrezione, Trump avrebbe risposto: «Martin, credo che quelle persone siano più arrabbiate di te per le elezioni». Per l’accusa si era «un ulteriore elemento critico di prove a sostegno [dell’accusa ndr]» che comunque aveva già «provato il proprio caso».

Dopo il primo voto al Senato i legali di Trump erano insorti, condannando quello che a loro avviso era un tentativo affrettato di far deragliare il processo e minacciando di chiamare oltre 300 persone a testimoniare. Così, durante la sospensione dell’udienza è stato raggiunto un accordo per introdurre tra le prove le dichiarazioni scritte di Beutler, che sono state lette in aula. Visto che non è stata chiesta nessun’altra deposizione, si è passati direttamente alle argomentazioni conclusive e poi infine al voto che ha portato all’assoluzione dell’ex presidente.

Trump esulta: «Finita la caccia alle streghe». McConnell: «È moralmente responsabile per l’attacco»

Si tratta di una sentenza storica, sia perché Trump è il primo presidente ad essere stato messo in stato d’accusa due volte, sia perché è l’unico ad essere stato oggetto di un processo di impeachment dopo aver lasciato la Casa Bianca. Con la sua assoluzione, il Senato non potrà impedirgli di ricoprire cariche elettive federali in futuro e neppure di correre nuovamente per la Casa Bianca, qualora dovesse decidere di ricandidarsi. Rimane la responsabilità morale, come ha sottolineato il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell. Pur avendo votato contro l’impeachment, in un intervento in aula dopo il voto McConnell ha definito Trump «praticamente e moralmente responsabile» per l’attacco al Campidoglio.

Ma l’ex presidente era già passato al contrattacco. «Questo è stato l’ennesimo capitolo della più grande caccia alle streghe nella storia del nostro Paese», ha dichiarato Trump in una nota in cui ha ribadito la sua volontà di tornare sulla scena politica, come aveva fatto all’uscita dalla Casa Bianca, senza specificare però in che veste potrebbe avvenire. «Il nostro storico, patriottico e bellissimo movimento Make America Great Again è appena iniziato. Nei mesi a venire avrò molto da condividere con voi e non vedo l’ora di continuare il nostro incredibile viaggio insieme per realizzare la grandezza americana per tutto il nostro popolo. Non c’è mai stato niente di simile!».

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