Un medico smonta l’utilità delle mascherine con la sigaretta elettronica? No, è solo disinformazione

Davvero circolano ancora video che negano l’utilità delle mascherine?

Ci avete segnalato il video dell’ex anestesista Ted Noel. Risale al luglio 2020 e da allora ha totalizzato su YouTube oltre 30 mila visualizzazioni, ma sembra essere tornato recentemente in circolazione anche in Italia. Il personaggio non è nuovo ai colleghi americani. Politifact nell’analizzare il filmato precisa che Noel ha lasciato scadere la licenza da medico nel 2014, senza più rinnovarla. Snopes lo citava nel settembre 2016 tra coloro che «accusarono» Hillary Clinton di essere affetta dal morbo di Parkinson; una bufala circolata per screditare l’allora candidata alla presidenza degli Stati Uniti contro Donald Trump.

Nel filmato l’ex medico mostra come le mascherine standard – accostate ad altre destinate a diversi usi lavorativi – non sarebbe in grado di trattenere il nostro respiro. Quindi il nuovo Coronavirus continuerebbe a venire trasmesso senza alcun filtro. Per rendere la cosa evidente Noel usa uno svapo, ovvero una sigaretta elettronica (si guardi in particolare dal minuto 7:22). Qual è il problema? Dopo un anno di lavoro ci sembra piuttosto ingenuo il ragionamento di base, compresa la «dimostrazione» di Noel.

Per chi ha fretta:

  • Le mascherine non sono fatte per soffocarci in nome della pubblica sicurezza. Servono a filtrare l’aria che emettiamo, trattenendo il droplet, ovvero le goccioline di saliva che potrebbero trasportare il virus se siamo infetti;
  • Nel filmato vediamo che buona parte del vapore confluisce ai lati della mascherina, ragione per cui resta fondamentale mantenere le distanze di sicurezza. Davanti vediamo che l’emissione è invece ridotta, segno che forse qualcosa è stato filtrato, al netto dell’aria emessa ai lati del volto;
  • In generale, è fondamentale che la mascherina sia certificata e aderisca perfettamente al volto. Per maggiori informazioni consigliamo la lettura della nostra guida dedicata.  

Analisi

Da notare che, mostrando anche maschere destinate ad altri usi, l’ex medico crea una comparazione ingannevole. Superficialmente potremmo pensare che la maschera usata sul lavoro per proteggere da sostanze nocive dovrebbe funzionare meglio di quelle chirurgiche. No, sono ambiti diversi e non paragonabili. Un conto è proteggere sé stessi da sostanze chimiche nocive, un altro è filtrare il droplet, per tutelare gli altri da un virus che si trasmette per via aerea.

Uno dei problemi fondamentali per cui è necessario stabilire piani vaccinali efficaci e mantenere misure di distanziamento sociale è la presenza di una quota di asintomatici e presintomatici nella popolazione. I vaccini non sono una cura ma un mezzo per far credere al corpo di essere stato infettato, sviluppando gli anticorpi specifici. Un asintomatico ha certamente dei sintomi, ma difficili da rilevare dallo stesso individuo, che così resta infetto e infettivo a sua insaputa, sfuggendo ai controlli. A complicare le cose c’è anche il fatto che l’avere gli anticorpi specifici non garantisce una immunità duratura, la quale si dissolve nell’arco di alcuni mesi.

Ecco perché è indispensabile l’uso della mascherina abbinato all’osservanza delle norme di distanziamento sociale. Per questa ragione personaggi considerati normalmente esperti (come i medici), con questo genere di filmati fanno un danno enorme, radicalizzando una fascia di popolazione con scarsa fiducia nelle istituzioni e poco predisposti a informarsi sui cosiddetti «canali ufficiali».

I virus che si trasmettono per via aerea infettano via droplet. Non viaggiano dunque «a secco» nell’aria. La mascherina deve avere quindi una capacità filtrante. L’idea è quella di proteggere gli altri. Anche se alcune come le FFP2 offrono una maggiore garanzia anche verso se stessi. Ma è sempre meglio non dimenticare mai le norme di distanziamento sociale, soprattutto la distanza minima di sicurezza, che non deve essere inferiore a un metro.

  • Per maggiori informazioni potete leggere la nostra guida ai vaccini anti-Covid.
  • Sui vaccini più avanti nella sperimentazione o già distribuiti, potete recuperare anche un precedente articolo dedicato.

Conclusioni: un questione di rispetto del prossimo

In altri paesi come il Giappone l’uso della mascherina si era già diffuso perché è una norma di rispetto verso il prossimo, per esempio d’inverno contro i virus stagionali, o se si è raffreddati. Lo stesso vale quando ci preoccupiamo di buttare i rifiuti negli appositi contenitori della raccolta differenziata. Potremmo andare avanti a lungo, citando i semafori, il casco in moto e la cintura di sicurezza, ma confidiamo che il ragionamento sia facilmente comprensibile. La scienza può fare tanto, ma non sostituisce l’educazione civica.

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