Coronavirus. La trasmissione silenziosa del SARS-CoV2 attraverso i presintomatici

I positivi potrebbero essere contagiosi fino a tre giorni prima di manifestare i sintomi del Covid-19

Un recente studio di Nature medicine potrebbe dare un contributo importante nel comprendere la fase presintomatica (che potrebbe ricadere tra i casi asintomatici) del Coronavirus. Il virus responsabile della malattia, SARS-CoV2, sarebbe in grado di rendere contagiosi i positivi da due a tre giorni prima della manifestazione dei sintomi. La ricerca condotta dall’Università di Hong Kong suggerisce una «considerevole trasmissione asintomatica», come ha affermato il responsabile dello studio, Eric Lau. Questo potrebbe aiutare a far luce sull’enigma degli asintomatici, oltre a ispirare una calibrazione più oculata delle misure di contenimento.


Cosa sappiamo degli asintomatici

L’asintomatico è una persona positiva al SARS-CoV2, ma priva di sintomi al momento del tampone. Questo significa che è potenzialmente infettivo, anche se la Covid-19 potrebbe manifestarsi più tardi, oppure si è manifestata già con sintomi piuttosto lievi. Sulle ragioni per cui questo accade sono state svolte diverse ricerche. Il 3 marzo scorso la National science review della Oxford academic, pubblicava uno studio dove si suggeriva la differenziazione del virus in due tipi: uno più aggressivo (tipo L), derivato da uno che darebbe luogo a sintomi lievi (tipo S). I risultati però sono penalizzati da dati frammentari sul genoma virale – raccolti in tempi diversi – senza contare che sarebbero stati trovati pazienti con entrambi i tipi. 


Col tempo l’Oms ha raccolto dati sulle modalità di trasmissione del virus, dividendole in tre categorie: sintomatici, presintomatici, asintomatici. Tra chi presenta sintomi si distinguono quelli che ne hanno pochi, ovvero i paucisintomatici. Va da sé che allo stato attuale, molti presintomatici o paucisintomatici possano ricadere per errore tra gli asintomatici. Del resto questa figura è ancora piuttosto misteriosa. Secondo l’Oms «esistono poche segnalazioni di casi confermati in laboratorio che sono veramente asintomatici e ad oggi [2 aprile 2020] non è stata documentata alcuna trasmissione asintomatica». Pertanto in diversi studi si preferisce parlare di «presunti asintomatici». Inoltre, non sappiamo nemmeno quanto questo genere di positivi possano essere contagiosi. 

Cosa suggerisce lo studio di Hong Kong

L’asintomatico resta tale per sempre? Oppure c’è un periodo di tempo entro il quale si sviluppa la malattia? In questa fase intermedia (presintomatica), si è comunque infettivi? Lo studio dei ricercatori di Hong Kong non ha lo scopo di rispondere direttamente a queste domande. Stando ai loro risultati, le tempistiche con cui il virus si diffonde sono più simili a quelle influenzali, rispetto a quelle della Sars.

Asintomatici e paucisintomatici non sono peraltro una novità apparsa col nuovo Coronavirus, esistono già diversi studi, anche nei pazienti affetti da influenza. La ricerca tiene conto dei positivi registrati dal 21 gennaio al 14 febbraio, confermati attraverso i tamponi: tra questi si contano anche asintomatici e pazienti con sintomi lievi o moderati al momento del ricovero.

«La nostra analisi suggerisce che la diffusione virale può iniziare da 2 a 3 giorni prima della comparsa dei primi sintomi – spiegano i ricercatori – Un altro studio di Wuhan ha riferito che il virus è stato rilevato per una mediana di 20 giorni (fino a 37 giorni tra i sopravvissuti) dopo l’insorgenza dei sintomi, ma l’infettività può diminuire significativamente 8 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi».

«Insieme, questi risultati supportano le nostre scoperte secondo cui il profilo infettivo potrebbe assomigliare più strettamente a quello dell’influenza che della SARS, anche se non avevamo dati sullo spargimento virale prima dell’insorgenza dei sintomi. I nostri risultati sono inoltre supportati da segnalazioni di trasmissione asintomatica e presintomatica».

Nella loro conclusione i ricercatori stimano che il picco dei contagi possa essere raggiunto prima ancora che i positivi sviluppino i sintomi. Lo abbiamo visto spesso, quando un miglioramento dei metodi di rilevamento dei casi portava all’aumento degli stessi (il problema della sovranotifica), nonostante fossero state già prese rigorose misure di distanziamento sociale e sanificazione dei luoghi pubblici. 

Foto di copertina: Nandhukumar | Ragazza ai tempi del Covid-19.

Il parere degli esperti

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