La trasformazione del M5s, Di Maio: «Siamo maturati, siamo moderati e liberali». E spera che Conte faccia il suo ingresso da leader

Con Conte «l’evoluzione del M5s puà essere completata» dice l’ex capo politico che parla delle priorità del Movimento: «Dobbiamo completare la nostra missione sull’ecologia». Su Di Battista: «È stato un dolore vederlo uscire, ma ho imparato a dividere l’amicizia dalla politica»

«Sarei veramente felice di un passo avanti di Conte dentro il M5s». Queste le parole del ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento Luigi di Maio a proposito dell’ipotesi che vede Giuseppe Conte entrare nella forza politica e assumere un ruolo. «Quando sono stato eletto capo politico nel 2017 avevo un obiettivo – spiega Di Maio in un’intervista a la Repubblica – portare i 5 Stelle fuori dalle ambiguità. Sono stato il primo a dire che non dovevamo più parlare di uscita dall’euro, che bisognava smettere di fare leggi che burocratizzavano il Paese. Ho detto che la Nato non andava abolita e che non dovevamo uscirne. L’ex vicepremier parla dunque del profondo cambio di pelle del Movimento che ora «è su una linea moderata, atlantista, saldamente all’interno dell’Ue».


Ma la trasformazione sembra non essere ancora del tutto completa. Per Di Maio «questa evoluzione del M5s si può completare con l’ingresso di Conte. L’ex premier, che ha rappresentato questi valori, metta la parola fine alle nostre ambiguità e ai nostri bizantinismi». Il ministro degli Esteri si lamenta dunque della confusione esplosa in concomitanza con la nascita del governo Draghi, delle profonde spaccature, del gruppo dei ribelli in fuga dal Movimento. «Io rispetto tutto, ma l’assemblearismo estremo finisce solo per dare un’immagine di caos. Se si sta parlando di far entrare Conte, significa che a un anno da quando ne ho lasciato la guida il Movimento ha realizzato che senza una leadership forte non si va da nessuna parte».


La metamorfosi

«Il Movimento è cresciuto, maturato. Questo governo rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione in cui i 5 Stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull’ecologia», commenta l’ex capo politico del M5s. «Tutta la trattativa con il premier Draghi è stata fatta sul ministero per la Transizione. Questo per noi è un nuovo inizio», dice Di Maio a proposito della la partecipazione del M5s a un governo di larghe intese. «Molti pensavano che la nostra base non avrebbe capito – sottolinea – ma il 60% ha votato sì a un esecutivo che nessuno si aspettava».

La prima missione per il ministro sembra essere quella relativa alla transizione ecologica che coinvolge tutto il Movimento: «Ora stiamo seguendo la scrittura del decreto per il nuovo ministero. Nelle prossime ore andrà in Consiglio dei ministri. Grillo è un visionario, guarda avanti di dieci anni. Una parte di noi non capisce cosa stia accadendo, ma dobbiamo completare la nostra missione, fare ancora di più sull’ecologia».

E sui dissidenti in fuga dal Movimento quando è stato il momento di votare la fiducia per il nuovo governo Di Maio commenta: «Lo dico con profondo rammarico e con grande tristezza, ma credo che le defezioni che abbiamo vissuto in questi giorni non potessero che andare così». «Non deve considerarsi una scissione – spiega il ministro degli Esteri – ma è evidente che lo spazio per i nostalgici dell’Italexit è scomparso da tempo. Puntiamo agli Stati Uniti d’Europa, a un progetto ancorato a determinati valori in cui gran parte del M5S e degli italiani si riconoscono».

In conclusione parla di «dolore» quando gli viene chiesto di commentare l’uscita di Di Battista dal Movimento: «Con Alessandro ho un legame indissolubile, abbiamo subìto gli stessi attacchi, diviso gli stessi palchi. Doveva andare così, anche se fino alla fine ho sperato il contrario. È stato un dolore vederlo lasciare di nuovo il Movimento, ma ho imparato in questi anni a dividere l’amicizia dalla politica».

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