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Crisanti esporta il metodo Vo’ Euganeo a Ferrara: un codice ai contagiati per tracciare il virus, tamponi raddoppiati

13 Marzo 2021 - 10:21 Fabio Giuffrida
Il progetto punta ad aumentare la capacità di tracciamento che, promette Crisanti, bloccherà la diffusione del Covid. «Abbiamo perso mesi preziosi, con una formula di tracciamento che non funziona. Adesso proprio da Ferrara parte questa riscossa: la città diventerà un modello per l'Italia»

Tutti lo vogliono. Anche Ferrara chiede aiuto ad Andrea Crisanti, il microbiologo dell’Università di Padova che è riuscito a portare la Sardegna in zona bianca. L’unica regione italiana che è tornata a respirare, che sta iniziando a vedere una luce in fondo al tunnel. Ora, dunque, è tutto pronto per il progetto Ferrara, che dovrebbe partire tra 10 giorni e che consisterà in tamponi raddoppiati, un codice ai positivi (così da individuare la catena del contagio) e un tracciamento ad hoc che dovrebbe fermare, o quanto meno rallentare, la diffusione del Coronavirus.

«Abbiamo perso mesi preziosi, con una formula di tracciamento che non funziona, e non avendo la capacità di fare tutti i tamponi che servono. Ma adesso proprio da Ferrara parte questa riscossa: la città diventerà un modello per la Regione e, sono convinto, per il resto d’Italia», ha spiegato Crisanti al Resto del Carlino.

Il progetto Ferrara: in cosa consiste

La grande rivoluzione, secondo il direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova, sarà la nuova modalità di tracciamento. Un «autentico cambio di paradigma», dice lui, «un’evoluzione del metodo utilizzato con successo nel 2020 a Vò Euganeo dove la pandemia è stata a lungo spenta». Un metodo che, secondo il virologo, sta dando i suoi frutti anche «in Nuova Zelanda e Corea» mentre in Italia no visto che è stato preferito «un metodo di tracciamento che non funziona».

In cosa consiste? «Al contagiato sarà assegnato un codice, che cambierà di giorno in giorno per valutare l’andamento dell’epidemia; questo codice potrà essere trasmesso alla rete delle sue relazioni, dai familiari ai colleghi di lavoro sino agli amici. Tutti questi, in base al codice, potranno presentarsi al tampone che verrà effettuato dalle Usca», ha dichiarato.

Mille tamponi in più al giorno

L’obiettivo è fare almeno «mille screening» in più al giorno ma, per fare questo, sarà necessaria la collaborazione dei cittadini. Altrimenti non si andrà da nessuna parte. Crisanti, tra l’altro, quando parla di test si riferisce esclusivamente a quelli molecolari, non a quelli antigenici che, a suo dire, «servono a poco e sono quasi una iattura». «L’attendibilità è cinque volte inferiore a quella dei molecolari», ha precisato.

Le critiche al governo

Infine, non risparmia critiche al governo Draghi e al sistema utilizzato per l’individuazione delle zone rosse. Troppo lento, poco tempestivo: «Scontiamo purtroppo un sistema decisionale farraginoso. Si parte dall’indice Rt che misura un dato di dieci giorni prima, poi deve riunirsi la Commissione Tecnica Scientifica, poi deve decidere il governo, poi ci sono le resistenze di qualche Regione e i malumori di vari sindaci. Il segreto per contrastare la diffusione del Covid è la tempestività, e noi non ce l’abbiamo».

Foto in copertina: ANSA/FILIPPO VENEZIA

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