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In Veneto contagi in risalita: 1.901 casi e 84 decessi. Zaia: «Con tutti questi ricoveri a febbraio saremmo andati in default»

16 Marzo 2021 - 13:12 Maria Pia Mazza
E sul blocco di AstraZeneca: «Per noi è stata una doccia fredda. Bene sospendere se ci sono dubbi, ma servono risposte veloci, perché pesa tanto sulla nostra programmazione vaccinale»

Sono 1.901 i nuovi casi di Coronavirus al netto di 52.262 nuovi test elaborati (con incidenza del 3,64%) e 84 i decessi nelle ultime 24 ore in Veneto. Alla luce dei nuovi dati odierni, sale a quota 357.056 il numero di persone risultate positive al virus sin dall’inizio della pandemia, mentre i decessi raggiungono quota 10.200. Il numero degli attualmente positivi al SARS-CoV-2 è pari a 35.713 persone. Continua a crescere la pressione ospedaliera: sono infatti 1.745 i pazienti attualmente ospedalizzati nella regione. Di questi, 1.541 (+131 rispetto a ieri, quando erano 1.412) si trovano ricoverati con sintomatologia nei reparti Covid-19, mentre 203 (+1 rispetto a 24 ore fa, quando erano 202) si trovano in condizioni critiche, ossia ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali della regione. Nelle ultime 24 ore cresce il numero dei pazienti dimessi: 16.881.

Zaia: «Pressione ospedaliera in aumento: riapriamo i Covid hospital»

Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, nell’illustrazione dei dati del bollettino ha posto l’accento sul fatto che sin dall’inizio dell’emergenza nella regione si sono registrati 357.056 casi complessivi, di cui il 50% è risultato asintomatico, mentre il restante 50% sintomatico. Di questi, il 10% ha avuto bisogno di cure ospedaliere. Quanto al resto dei dati Zaia ha tagliato corto: «Non stiamo diffondendo ansia, è la realtà e ci sono poche considerazioni da fare: il trend di ricrescita è evidente sia sul fronte dell’incidenza di casi positivi sui tamponi, sia sull’aumento dei ricoveri. Chiediamo ai cittadini di mettersi in sicurezza». «Se fossimo a febbraio dello scorsi anno – sottolinea – saremmo già in default: abbiamo più positivizzati e meno negativizzati. Ma al momento – ha proseguito Zaia – non siamo nella fase di ridurre l’attività programmata ospedaliera, ma dobbiamo prendere atto che si riaprono i Covid hospital».

Zaia: «Bene sospendere AstraZeneca se ci sono dubbi, ma servono risposte veloci»

Quanto alle vaccinazioni, lo stop precauzionale sui vaccini AstraZeneca «è stato una doccia fredda, perché quel vaccino per noi pesa tanto nella nostra programmazione vaccinale», riferisce Zaia. «Ora cercheremo di capire cosa accadrà – prosegue -. Bene che se c’è un dubbio si sospenda, però i dubbi devono essere fugati con estrema velocità. Cercheremo di capire come risponderà la comunità scientifica. Nel frattempo noi continueremo a vaccinare con Pfizer e Moderna e, appena possibile, potremo procedere anche con J&J». «La nostra preoccupazione – chiosa Zaia – è che con i 3.000 medici di base con cui abbiamo raggiunto l’accordo per le vaccinazioni, è che il vaccino non si possa fare con AstraZeneca. Anche se si fossero somministrate 10 dosi al giorno per ogni medico di base sarebbero state 30 mila vaccinazioni quotidiane in più. Ma attendiamo risposte dalle autorità competenti».

Video: Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev

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