Vaccini, una task force per le Regioni in crisi. Intoppi nelle prenotazioni e dosi inutilizzate: strada in salita verso le 500 mila iniezioni al giorno

Il caso Lombardia, ma non solo: il governo al lavoro per limare le differenze tra i vari territori. Oggi Figliuolo e Curcio a Palazzo Chigi

Era stato chiaro fin dai primi annunci del nuovo piano anti Covid: tra gli obiettivi principali del commissario Francesco Paolo Figliuolo c’è quello di azzerare le forti distanze tra Regioni nelle singole campagne vaccinali. Dopo il caso AstraZeneca, ora più che mai per il governo è tempo di combattere la grande disomogeneità con cui i singoli territori stanno portando avanti le somministrazioni. È per questo che Difesa e Protezione Civile sono pronte a intervenire con task force di supporto per aiutare le Regioni che risultano più indietro delle altre. Un’azione organica che possa portare tutti i territori a garantire in modo rapido e omogeneo le iniezioni per over 80 ed estremamente fragili, accelerando il passo verso la vaccinazione di massa.


Le differenze tra Regioni

Perché gli aiuti del governo possano partire, occorre che le siano le stesse Regioni a dare il la a una procedura formale. Le singole amministrazioni dovranno fare richiesta ufficiale all’autorità centrale e spiegare i termini delle difficoltà incontrate. A quel punto una task force di vaccinatori ed esperti di logistica sarà inviata in soccorso. Al momento, riferisce il Corriere della Sera, dalle Regioni non è arrivata nessuna richiesta formale. I presidenti di Regione sono convinti che l’unico problema siano i ritardi di fornitura. E questo nonostante i risultati difformi che continuano a registrarsi soprattutto per le vaccinazioni degli over 80, categoria più di tutte sfavorita da piani lenti e disorganizzati.


Al momento solo il 15% ha avuto tutte e due le dosi. In cima alla lista delle criticità da risolvere c’è il caso della Lombardia, chiamata ora anche dallo stesso governo a rivedere il proprio sistema organizzativo e a cambiare il prima possibile la piattaforma informatica di prenotazione Aria, da cui nell’ultimo weekend non sono partite le convocazioni per centinaia di vaccinazioni.

La corsa verso le 500 mila dosi al giorno

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il generale Figliuolo è atteso oggi, 22 marzo, da un vertice a Palazzo Chigi. Con lui anche il presidente della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Il tema di discussione saranno proprio le azioni da adottare per rendere più omogeneo il ritmo di vaccinazione tra le varie Regioni. La preoccupazione è di non riuscire a raggiungere l’obiettivo annunciato delle 500 mila somministrazioni giornaliere, unica strada per poter garantire l’immunità di gregge entro settembre. Almeno per i prossimi sette giorni a livello nazionale non verranno superate le 200 mila iniezioni al giorno, a causa della limitata disponibilità di vaccino.

Ad aprile la prova del nove

La prova del nove sarà ad aprile, quando cominceranno ad arrivare le 52 milioni di dosi in consegna fino a giugno. Lì i territori dovranno essere in grado di mettere in campo una logistica efficace, che non lasci più spazio agli intoppi visti finora, e di garantire il ritmo necessario per gli obiettivi imposti dal governo. Oggi comincerà la distribuzione delle 333.600 dosi di Moderna arrivate sabato e in settimana sono attese altre 279.000 dosi di AstraZeneca.

Proprio su quest’ultimo fronte, si cercherà di recuperare le dosi rimaste in frigo durante i giorni di sospensione. Anche in questo caso le Regioni continuano ad andare in ordine sparso, sempre più colpite dalle defezioni volontarie di personale scolastico e docenti. In uno dei più grandi hub vaccinali della Campania il 40% degli appuntamenti è stato annullato. Ancora più preoccupante la situazione dell’Asl 1 dell’Umbria che nella giornata di ieri ha potuto vaccinare solo il 9,2% delle persone previste.

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