«Il calo c’è ma si procede per miglioramenti leggerissimi e in modo molto lento». La professoressa di Malattie infettive dell’università La Sapienza di Roma Gloria Taliani commenta i dati del bollettino giornaliero sulla situazione Covid-19 in Italia. Con 23.839 nuovi contagi e 380 decessi la curva sembra scendere (anche se di poco) rispetto ai primi di febbraio ma la pressione sulle terapie intensive e il tasso di positività continuano a suggerire uno stato di massima allerta.
Sulla possibile decisione del governo di un arancione nazionale fino a maggio, o di un “giallo rafforzato”, la professoressa si esprime in modo negativo. «Non servono colori uguali per tutti ma un’analisi chirurgica delle singole situazioni» spiega, sottolineando come lo stop alla zona gialla sia ad oggi un’imposizione inaccettabile. «E questo soprattutto rispetto a una campagna vaccinale che continua a non funzionare. Di fronte a un ritmo di somministrazioni garantite insufficiente e ad accordi lacunosi con le aziende farmaceutiche, l’arancione nazionale diventa una decisione ancora più difficile da sostenere».
La lacuna non ancora riempita sarebbe secondo Taliani anche quella del monitoraggio delle varianti: «Del sequenziamento si è parlato all’inizio, quando le mutazioni si sono diffuse sul territorio nazionale ma ancora non siamo arrivati a garantire un sistema di monitoraggio a campione. Una grossa lacuna».
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