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Coronavirus, in Germania è allarme ricoveri: si valuta un nuovo lockdown. In Brasile 4.195 morti in 24 ore, mai così tanti da inizio pandemia

07 Aprile 2021 - 12:20 Redazione
L’allarme da Berlino: «Il numero dei pazienti in terapia intensiva cresce troppo velocemente. Ieri sono aumentati del 5% in un solo giorno». Il Paese sudamericano è secondo al mondo, dopo gli Usa, per numero di decessi: 336.947 da inizio emergenza

GERMANIA

EPA/FRIEDEMANN VOGEL

La Germania valuta un nuovo lockdown a causa dell’impennata dei ricoveri

«Il numero dei pazienti ricoverati nelle terapia intensiva per Covid cresce troppo velocemente. Un lockdown breve sarebbe auspicabile». A dirlo è in conferenza stampa a Berlino è Steffen Seibert, portavoce della cancelliera Angela Merkel. «Ieri – ha aggiunto Seibert – il ministro della Sanità ha spiegato che il numero dei pazienti in terapia intensiva è aumentato del 5% in un giorno. Questo mostra che il sistema sanitario rischia di finire sotto pressione». Quanto alle possibili misure per arginare i contagi e le ospedalizzazioni Seibert ha riferito che sono in corso dei colloqui tra Governo, autorità sanitarie e Länder.

BRASILE

EPA/Raphael Alves

Oltre 4 mila decessi in Brasile nelle ultime 24 ore, mai così tanti da inizio pandemia

Nelle ultime 24 ore il Brasile ha registrato un nuovo drammatico record di decessi per Coronavirus. Stando ai dati riferiti il Consiglio nazionale delle segreterie di salute (Conass) nell’ultimo giorno sono stati registrati 4.195 vittime e 86.979 nuovi casi di positività al virus. Nel Paese non erano mai stati segnalati più di 4mila decessi nell’arco di 24 ore. Quest’ultimo dato fa così salire a 336.947 il numero di vittime Covid da inizio emergenza, a fronte di 13.100.580 casi accertati dall’inizio della pandemia. Il Brasile, su scala mondiale, è il secondo Paese al mondo con maggior numero di decessi Covid, dopo gli Stati Uniti.

STATI UNITI

EPA/Stefani Reynolds | Il presidente statunitense Joe Biden.

Biden preme per la riapertura delle scuole

Gli Stati Uniti accelerano sulle vaccinazioni anti-Covid del personale scolastico, mentre l’amministrazione Biden preme per la completa riapertura degli istituti e il ritorno alle lezioni in presenza, obiettivo fissato per il 100° giorno di presidenza ma frenato tanto dalla diffusione delle varianti del Covid quanto dalle proteste di alcuni sindacati. Al momento, secondo quanto annunciato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), quasi l’80% del personale scolastico e dei lavoratori dell’infanzia negli Stati Uniti ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Coronavirus, riferisce oggi il New York Times.

Il presidente Joe Biden ha da tempo sollecitato l’accesso ai vaccini a livello nazionale per il personale scolastico e i lavoratori dell’infanzia. L’American Federation of Teachers, il secondo sindacato di insegnanti più grande degli Usa, ha pubblicato ieri un sondaggio secondo cui oltre l’80% dei membri dell’associazione è stato vaccinato o ha preso un appuntamento per il vaccino. Randi Weingarten, presidente del sindacato, ha detto che gli insegnanti riconoscono i vaccini essere «vitali per tornare in classe». «Vogliono tornare, possiamo finalmente porre fine a questo incubo nazionale», ha commentato. A questo link è possibile vedere la percentuale, aggiornata in tempo reale, dei distretti negli Usa dove le lezioni sono tornate in presenza. Attualmente il dato si attesta al 42%.

ARGENTINA

EPA/Juan Ignacio Roncoroni | El Cruce Hospital, nella Provincia di Buenos Aires.

Oltre 20 mila contagi in 24 ore

Aumenta la curva del contagio in Argentina. Nelle ultime 24 ore il Paese sudamericano ha registrato 20.870 nuovi contagi, una cifra che rappresenta il massimo segnalato in una sola giornata dall’inizio della pandemia nel marzo 2020. Già ieri, 6 aprile, la ministra della Salute Carla Vizzotti aveva avvertito che l’Argentina si trova di fronte a «un aumento sostenuto e accelerato» dei casi di Coronavirus. Il bilancio dei contagi da inizio pandemia è salito a quota 2.407.159, quello dei decessi a 56.634. Una delle situazioni che più allarmano il governo è quella della provincia di Buenos Aires e della stessa capitale argentina.

Attualmente nel Paese sono state somministrate circa 5 milioni di dosi del vaccino anti-Covid. Secondo quanto riferito dalla ministra Vizzotti, il 90 per cento del personale sanitario è stato vaccinato con una dose. Il governo, ha proseguito, è pronto ad adottare «azioni localizzate e transitorie, senza impatto su attività produttive, commerciali e ricreative che non siano considerate fonte di infezione». «Le prossime tre settimane – ha concluso la ministra – sono fondamentali, sarà necessario abbassare la trasmissione del virus per vaccinare in quel periodo di tempo le persone più a rischio».

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