Coronavirus, l’ammissione della Cina: «I nostri vaccini hanno una bassa efficacia». Allo studio ipotesi per risolvere il problema

Prima apertura di Pechino ai preparati basati sull’mRNA. Secondo i ricercatori brasiliani, il tasso d’efficacia del Sinovac è pari al 50,4%

La Cina ha ammesso che «l’efficacia» dei propri vaccini contro il Coronavirus «non è alta». La dichiarazione arriva da Chengdu Gao Fu, direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie del Paese. Per risolvere il problema, il governo di Pechino sta esaminando due possibilità. La prima consisterebbe nel modificare il dosaggio, l’intervallo tra le due somministrazioni o il numero delle somministrazioni stesse, che potrebbe aumentare. La seconda soluzione sarebbe invece quella di mixare vaccini che usano tecnologie differenti.


«Stiamo formalmente esaminando la possibilità di utilizzare vaccini diversi per il processo di immunizzazione», ha detto infatti Gao, menzionando la tecnica dell’mRNA su cui si basano i preparati di Pfizer e Moderna. «Tutti dovrebbero considerare i benefici che i vaccini a mRNA possono portare all’umanità», ha aggiunto il funzionario, «dobbiamo seguirli attentamente e non ignorarli solo perché abbiamo già diversi tipi di vaccini».


Secondo i ricercatori brasiliani, il tasso di efficacia del vaccino cinese Sinovac nel prevenire le infezioni è pari al 50,4%. Il farmaco prodotto da Pfizer, al contrario, è risultato efficace al 97%. Attualmente Pechino non ha approvato per l’uso domestico nessun vaccino prodotto all’estero e in tutto il Paese sono state somministrate finora oltre 164 milioni di dosi.

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