«Il 26 aprile riapriremo tutto»: ristoratori ancora sul piede di guerra. Proteste da Firenze a Torino

Nonostante la ripartenza annunciata dal governo, non si placa il malcontento: «Ci vogliono aiuti concreti e non mancette»

Non sono bastate le rassicurazioni del governo Draghi, non è bastata la data del 26 aprile a placare le proteste dei ristoratori, ancora sul piede di guerra. Non basta, secondo loro, riaprire i locali in zona gialla rafforzata, non basta riaprire solo con i tavolini all’aperto. I ristoratori chiedono di più. Oggi le proteste si sono susseguite in tutta Italia, da Firenze a Bologna, da Perugia a Torino. E c’è persino chi, come l’associazione IoApro, s’è lanciata in una provocazione annunciando la nascita di un “governo ombra” e riaperture – oltre a quelle consentite – per il 26 aprile.


Bloccata la A1

I ristoratori di Tni Italia oggi hanno bloccato l’A1 vicino all’uscita di Incisa (Firenze). «Vogliamo lavorare e non all’esterno col freddo», hanno detto. Alle porte di Perugia, invece, bloccata per 20 minuti la E45 mentre il traffico è andato in tilt sulla tangenziale di Torino, in direzione sud, all’altezza dello svincolo della statale 24 a Collegno (Torino). A Bologna, intanto, i proprietari dei locali faranno una protesta permanente con un picchetto in piazza Maggiore, almeno fino alla fine di aprile. Ad annunciarlo è la Fipe di Confcommercio Ascom Bologna.


Cosa chiedono i ristoratori

I ristoratori chiedono la riapertura totale, quindi anche all’interno dei loro locali, ma anche la Tari scontata al 100 per cento, la riduzione dell’Irap, lo scontato totale sull’Imu, il blocco degli sfratti e risarcimenti che siano adeguati alle perdite. «Accogliamo con favore le riaperture dal 26 aprile, ma troviamo assurdo e discriminatorio prevedere che solo chi ha i posti all’esterno possa lavorare con la clientela ai tavoli», ha detto Vincenzo Vottero, presidente Fipe-Ristoranti e trattorie di Confcommercio Ascom Bologna. «Ci vogliono aiuti concreti e non mancette, come lo sono stati i ristori», ha concluso.

La provocazione di IoApro

IoApro, un gruppo di ristoratori che da tempo animano le proteste dei proprietari dei locali, si è spinto oltre creando, sui social, il “governo IoApro”, «un governo ombra che permetterà alle attività di riaprire e sopravvivere senza limiti di fasce e di orario». Una «disobbedienza civile», una «rivoluzione», dicono loro per «tornare a vivere e lavorare». «Il 26 aprile riapriremo tutto, insieme», scrivono. Per chi aderirà alla protesta, «attivo un numero WhatsApp per le comunicazioni urgenti e una task force di legali sempre disponibile». IoApro è lo stesso gruppo di ristoratori che è sceso in piazza a Roma e che, nei mesi scorsi, ha promosso l’iniziativa #IoApro1501 a cui hanno aderito decine di ristoratori in tutta Italia. Gli stessi che, in aperta violazione dei Dpcm, hanno aperto i locali anche la sera, come documentato da Open a Milano.

Foto in copertina: ANSA/MATTEO BAZZI

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