Usa, bufera su due atenei: usano «a scopo didattico» ossa di bambini afroamericani senza il consenso dei familiari

Si tratta di alcuni resti di bambini morti in un bombardamento della polizia di Philadelphia del 1985. Gli attivisti: «Vogliamo scuse formali e pubbliche dalle università coinvolte. I resti ci devono essere resi indietro per seporli con dignità»

Bufera negli Stati Uniti sulle Università della Pennsylvania e di Princeton. I due atenei della Ivy League sono accusati di aver conservato e utilizzato per scopi didattici le ossa di alcuni bambini afroamericani uccisi dalla polizia di Philadelphia il 13 maggio 1985, nel tentativo di sgomberare un edificio occupato da militanti afroamericani del movimento Move e di porre fine a uno scontro armato. Nel bombardamento morirono 11 persone, di cui 5 bambini. E a distanza di 36 anni si è scoperto che le due università avrebbero custodito alcuni frammenti ossei di queste vittime per utilizzarli in un corso di antropologia forense (Real Bones: Adventures in Forensic Anthropology), senza che i familiari delle vittime ne fossero a conoscenza e dunque senza autorizzazione. Familiari che ora chiedono la restituzione di quei resti.


E mentre insieme ai rappresentanti del movimento Black Lives Matter è stata annunciata una manifestazione di protesta davanti all’Università della Pennsylvania, Michael Hotchkiss, portavoce di Princeton, ha tentato di placare gli animi assicurando che l’ateneo si sta impegnando «a raccogliere tutte le informazioni necessarie per capire come sono andati i fatti». Ma gli attivisti non si arrendono: «Vogliamo scuse formali e pubbliche dalle università coinvolte e da tutti gli antropologi coinvolti. Dinanzi a questa follia ci devono essere resi indietro affinché possano essere sepolti con dignità». 


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