I numeri in chiaro. Pregliasco: «Le aperture erano necessarie ma pagheremo un prezzo. Speriamo non sia caro» – Il video

Intanto continua la campagna vaccinale, con l’obiettivo (ancora lontano) di arrivare a 500 mila dosi somministrate al giorno: «Non sarà facile ma dobbiamo avvicinarci il più possibile»

Oggi è il giorno delle riaperture. Quasi come un anno fa. Con molte regioni entrate in zona gialla, bar, ristoranti e cinema hanno cominciato a lasciar entrare i loro clienti, o almeno farli accomodare sui tavoli all’aperto. Noi di Open lo abbiamo documentato nelle scorse ore con foto e video dal primo cinema aperto a Milano, già alle 6 del mattino, e con le matricole dell’università che per la prima volta ritrovavano i loro compagni. Ma in che modo queste aperture incideranno sulla curva dei contagi del Coronavirus? Per la rubrica Numeri in chiaro lo abbiamo chiesto a Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e presidente dell’Anpas.


«Queste aperture erano necessarie, erano desiderate», spiega Pregliasco. «È stata una scelta politica, ci siamo assunti un rischio. I dati riguardanti la mortalità dell’epidemia non sono certo entusiasmanti. La circolazione del virus è ancora ampia in tutto il territorio nazionale. Certo se guardiamo il trend invece, vediamo una curva in riduzione». Se quindi dal punto di vista epidemiologico sarebbe stato meglio aspettare, da quello sociale era difficile pensare a una soluzione diversa: «È come se avessimo tenuto una molla compressa per troppo tempo. Era giusto liberarla. Un prezzo lo dovremo pagare, spero non sia pesante».


Intanto avanza la campagna vaccinale. L’obiettivo fissato per la fine di aprile è quello di arrivare a 500 mila dosi somministrate al giorno. Una meta che però sembra ancora lontana, visto che il dato sulle somministrazioni di ieri si è fermato a poco più di 400 mila dosi in 24 ore: «Con le 500 mila vaccinazioni al giorno la palla è stata buttata in avanti. Non sarà facile ma dobbiamo cercare di arrivare il più vicino possibile a questa soglia».

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