L’affondo di Sileri sul caso del piano pandemico fantasma: «Mi dicevano che era aggiornato, non mi hanno mai risposto»

Il sottosegretario alla Salute ha rivelato il suo turbamento per la gestione iniziale della pandemia, denunciando ritardi e ostacoli burocratici che ora potrebbero finire nell’inchiesta di Bergamo

«Persone che oggi non sono più qui al ministero della Salute continuavano a dirmi che il piano pandemico era stato aggiornato. C’è voluta la procura di Bergamo per confermare che il piano era quello del 2006. Ranieri Guerra, a dicembre del 2020, continuava a dirmi che aveva lasciato un piano aggiornato, piano che io non ho mai trovato». Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della Salute in quota M5s, ha rivelato durante la puntata di oggi di Omnibus su La7 tutte le sue perplessità per la gestione iniziale della pandemia di Coronavirus nel nostro Paese: «Sono qui per trovare delle risposte. Sono rimasto turbato quando qualcuno, all’interno del ministero, ha definito come mera attività burocratica i report che venivano inviati all’Onu e all’Oms. Un approccio che ha finito per impattare sulla redazione e l’aggiornamento del piano pandemico. Aggiungo che anch’io ho fatto delle richieste precise all’inizio del 2020. Non sono stato ascoltato».


Sileri ha parlato anche di ritardi burocratici che avrebbero avuto conseguenze dirette sulla sua attività quando era viceministro della Salute nel governo Conte, dal 13 settembre 2019 al 13 febbraio 2021: «Ci sono stati dei ritardi che hanno coinvolto direttamente il mio ufficio. Segnalo che il capo della mia segreteria è rimasto senza incarico formale per diverso tempo. La stessa cosa è accaduta per alcuni consulenti che avevo individuato, persone che avrebbero dovuto aiutarmi nell’espletamento del mio lavoro». Il sottosegretario ha quindi lasciato intendere che alcune sue esternazioni piuttosto critiche nei confronti del ministero guidato da Roberto Speranza avrebbero avuto un peso nel determinare questa situazione. Nei mesi scorsi Sileri aveva attaccato direttamente il gabinetto del ministro e il segretario generale, accusando i loro uffici di non aver mostrato leale collaborazione nei suoi confronti. Fatti che ora potrebbero essere valutati anche dai magistrati di Bergamo, che indagano sulla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana e sulla chiusura seguita dalla quasi immediata riapertura dell’ospedale di Alzano Lombardo.


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