Una mail a Speranza e riunioni coi vertici del ministero: così Ranieri Guerra discusse a Roma del dossier sul piano pandemico. E lo bloccò – Il documento

Open è in grado di anticipare il messaggio inviato il 14 maggio 2020 dall’ex vicedirettore dell’Oms, al centro della trasmissione di Report di questa sera

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ripetuto più volte (l’ultima ieri a Mezz’ora in più) di non essere stato lui a bloccare il report dell’Oms che criticava aspramente l’Italia per non aver aggiornato il piano pandemico nazionale. Un ritardo che, secondo gli autori del dossier, sarebbe la ragione per cui il nostro paese all’arrivo della pandemia di Covid-19 si è trovato del tutto impreparato. Secondo la ricostruzione della trasmissione Report, in onda questa sera su Rai3, però, se su quello stop non c’è la firma del ministro in persona, i documenti dimostrano che a discutere di come rivedere il dossier critico con l’Italia fu certamente il suo capo di gabinetto. E che lo stesso ministro avrebbe parlato con Ranieri Guerra, all’epoca vicedirettore dell’Oms e membro del Cts italiano, di come rivedere il testo.


Nel documento che anticipa Open e che la redazione guidata da Sigfrido Ranucci mostrerà stasera, si legge prima di tutto la mail con cui Guerra avverte direttamente Speranza del documento pubblicato. Guerra, poi, invia due report ai vertici dell’Oms in cui dice esplicitamente di aver avuto delle riunioni a Roma per rivedere il documento. Nella mail, Ranieri Guerra dice di non condividere l’idea che il dossier debba essere scritto in modo indipendente perché questo minerebbe il clima di fiducia tra Oms e Italia:


Avevo imposto la discussione preliminare con te, Silvio, Franco Locatelli, Andrea Urbani e Ruocco, perlomeno, al fine di evitare di accendere inutili e dannose polemiche su un testo che inevitabilmente si presta a diverse letture. Il momento è delicato, ho sostenuto, e con la probabile approvazione del decreto di rilancio, si sarebbe potuto utilizzare il rapporto come camera di ulteriore amplificazione degli straordinari provvedimenti di governo. Purtroppo, mi è stata negata ogni possibilità di intervento, invocando, da parte degli autori, la libertà, l’autonomia e l’indipendenza degli stessi, senza valutare i danni collaterali e l’inevitabile crollo della reciproca fiducia su cui questi due mesi e oltre di lavoro assieme si sono fondati.

Speranza ieri ha effettivamente citato proprio questa mail, dicendo però che lui ne prese atto senza poi intervenire. «La mail di Ranieri Guerra ci informava che era stato pubblicato il testo incriminato, avviene a report già pubblicato e ci riportava un dibattito legittimo all’interno dell’Oms con posizioni diverse» ha spiegato a Mezz’ora in più. La lettera è del 14 maggio scorso, il giorno in cui il file, pubblicato il giorno prima sparisce dal sito dell’Oms. Nella relazione di viaggio di Guerra successiva a quei giorni, però, si aggiunge che del documento si sarebbe parlato direttamente al ministero. Il 26 maggio, infatti, Guerra scrive direttamente al direttore dell’Oms Tedros Ghebreyesus di aver parlato col ministro di come rivedere quel dossier, scritto da un gruppo di ricercatori di Venezia:

Rapporto di Venezia (che è stato ritirato, come descritto nel mio TR del 13-16 maggio): Il capo di gabinetto e il ministro hanno concordato che sarà istituito un team di scrittura dall’ISS e dal Ministero della Salute per lavorare con lo staff dell’OMS a Venezia e Roma per rimodellare la bozza: con input aggiornati e articoli tecnici che mancavano, muovendosi verso una rapida ripubblicazione.

Ieri, la procura di Bergamo ha fatto sapere all’Ansa che dalle verifiche fatte il ministro non si occupò direttamente di far ritirare il dossier sul piano pandemico. Ma il ruolo dei suoi diretti collaboratori è comunque un’ombra difficile da cancellare.

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