Coronavirus, il ricercatore dell’Oms sul piano pandemico: «Ranieri Guerra mi chiedeva di falsificarlo»

«Sono solo, ben consigliato dai miei avvocati, ma dall’Oms non ho avuto grande solidarietà, semmai l’ho avuta dagli italiani»

Francesco Zambon, il ricercatore dell’Organizzazione mondiale della Sanità tra gli autori del rapporto critico sulla risposta italiana alla pandemia di Coronavirus pubblicato il 13 maggio ma scomparso 24 ore dopo, torna a parlare. Non si trattava di buona fede, mi chiedeva di coprire o di falsificare qualcosa, dice a Non è l’arena su La7 riferendosi al direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra. «Quando ricevetti la mail con tono intimidatorio pensai che Guerra fosse in buona fede, e chiesi una verifica su tutti i piani pandemici dal 2006. Poi mi accorsi che non si trattava di buona fede ma di un copia e incolla», dice Zambon. Il funzionario ha denunciato che il piano pandemico del nostro paese del 2016 era in realtà un copia incolla di quello del 2006. «Guerra stava cercando di coprire o mi chiedeva di falsificare qualcosa in un periodo in cui lui era stato direttore per la prevenzione. Quindi io vedevo un conflitto di interesse rispetto al ruolo che occupa oggi».


«Sono solo, ben consigliato dai miei avvocati, ma dall’Oms non ho avuto grande solidarietà, semmai l’ho avuta dai cittadini italiani. Non è una situazione facile, provo solitudine, la mia non è una battaglia contro l’Oms, ma a fianco dell’Organizzazione», dice Zambon. «Non sono mai sparito dai radar dell’Oms come dice Ranieri Guerra. Con lui i rapporti erano cordiali fino al 15 maggio quando mi chiese di cambiare una data e non era corretto. La tensione si apre molto decisa sulle mie osservazioni in merito al fatto che il piano era vecchio. Non è vero che l’Oms non aveva aggiornato le linee guida dal 2006. Brusaferro e Speranza erano infastiditi».


In copertina ANSA | Ranieri Guerra

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