Coprifuoco, l’intesa nella maggioranza impegna il governo a valutare un cambio di orario a maggio

La mediazione è stata condotta dal ministro D’Incà. Salvini soddisfatto, ma Meloni attacca: «Bisogna abolirlo adesso». Centrodestra spaccato

La maggioranza «impegna il governo a valutare nel mese di maggio, sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, l’aggiornamento delle decisioni prese» con l’ultimo decreto legge sulle riaperture, «anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento», ovvero l’orario del coprifuoco. L’ordine del giorno è stato approvato alla Camera e il testo finale – riformulato – è frutto di una mediazione condotta dal ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà, che ne ha parlato direttamente anche con il premier Mario Draghi. Il raggiungimento di una tregua nella maggioranza sul tema del coprifuoco è stato confermato anche da Matteo Salvini, leader della Lega, partito che più di altri aveva puntato i piedi su questo fronte: «Ci sarà un ordine del giorno della maggioranza sulla questione del coprifuoco, per rivedere le restrizioni già a maggio. Sarà recepito dal governo e votato da tutta la maggioranza», aveva detto infatti Salvini, parlando con i giornalisti fuori dal Senato. Anche Forza Italia si è detta soddisfatta.


Decisamente diversa, invece, sempre all’interno del centrodestra ma dai banchi dell’opposizione, la posizione di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, infatti, ha detto che sul coprifuoco «il governo è nel caos». Il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, ha fatto sapere che il partito rifiuta la riformulazione e andrà avanti con il suo ordine del giorno, perché «noi vogliamo certezze per gli italiani, non chiacchiere per buttare la palla avanti». Poi è intervenuta direttamente Meloni: «Ci chiedete di prendere in considerazione l’ipotesi di valutare tra un mese l’aggiornamento delle decisioni sul coprifuoco. Ma che riformulazione è? Il coprifuoco è una misura illegittima, inutile, devasta le imprese e massacrerà il turismo. Questa misura inutile ve abolita adesso». L’ordine del giorno promosso da Fratelli d’Italia, tuttavia, è stato respinto dall’Aula della Camera con 233 no, 48 sì e otto astenuti. Forza Italia e Lega non hanno partecipato al voto. A favore soltanto il partito di Meloni e l’Alternativa c’è, il gruppo che riunisce gli ex del M5s Pino Cabras, Andrea Colletti e Raffaele Trano, espulsi per aver votato contro la fiducia al governo Draghi. Salvini, rispondendo in serata sul fatto che la mediazione raggiunta nella maggioranza ha spaccato il centrodestra, ha risposto così: «Io bado al risultato, dentro al governo posso incidere. Ne vale la pena».


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