Ue, Sassoli invita a «modernizzare» le istituzioni per affrontare sfide globali: «Serve un aggiornamento dei trattati, siamo coraggiosi»

Il presidente del Parlamento europeo, durante l’inaugurazione della Conferenza sul futuro dell’Europa, ha lanciato proposte di riforma che prevedono di affidare più competenze agli organismi europei

L’emiciclo dell’Europalamento a Strasburgo – da mesi oramai inutilizzato, visto che i parlamentari europei, per ragioni legate al Coronavirus, sono stati trasferiti a Bruxelles – è tornato a ospitare un evento in presenza. Una presenza parziale, visto che la maggior parte dei partecipanti è collegata da remoto. Seduti al centro dell’emiciclo, però, ci sono il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il premier portoghese Antonio Costa. Insieme a loro, il presidente dell’europarlamento David Sassoli: «Alla fine di questa pandemia la solidarietà europea sarà necessaria più che mai per le conseguenze della crisi. Non commettiamo gli errori del passato: senza coesione sociale rafforzata, l’identità delle nostre società sarebbero minacciate», ha detto l’italiano, prendendo la parola alla Conferenza sul futuro dell’Europa.


Un’Europa più forte

Al centro del discorso di Sassoli, c’è la visione di un’Europa più forte, con istituzioni più competenti per incidere sulla politica di tutti e 27 i Paesi membri. «Tutte le riflessioni e quelle dei nostri cittadini, cittadine, giovani dovranno implicare anche un aggiornamento dei trattati. Siamo coraggiosi, non dobbiamo averne paura, non dobbiamo avere tabù». Sassoli ha indicato la necessità di «modernizzare» l’Unione europea, per affrontare «le sfide della globalizzazione, finanziarie, economiche, sociali, ambientali e migratorie». In quest’opera di rifacimento dei regolamenti europei, il presidente dell’Europarlamento si è detto «convinto della necessità di avvicinare i cittadini al progetto europeo, di coinvolgerli maggiormente e di sviluppare insieme una visione per il nostro futuro comune».


No al diritto di veto

Nello specifico, Sassoli ha criticato il meccanismo del diritto di veto che impedirebbe all’Unione europea di prendere decisioni con efficienza: «Se la democrazia decide all’unanimità, se c’è il diritto di veto, come può rispondere – l’Europa – con efficienza? Abbiamo bisogno di lavorare su noi stessi perché vogliamo lasciare alle giovani generazioni l’orgoglio di avere un’Unione che sia un punto di riferimento in un mondo in cui la sfida dell’autoritarismo e la non libertà è molto forte». Sassoli vede tra le missioni dell’istituzione che presiede quella di stabilire una «vera politica sanitaria europea. La situazione attuale dimostra che abbiamo bisogno di una risposta europea, non solo in termini di vaccini. Se usciamo da questa crisi – ha concluso – senza una svolta in termini di competenza europea in questo settore, avremo perso una grande opportunità».

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