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Da «Segre lucra sull’Olocausto» a «La Sea Watch va affondata»: i deliri di Gervasoni, il professore indagato per gli insulti a Mattarella

11 Maggio 2021 - 16:51 Redazione
In passato il 53enne è finito anche nel report dell'Osservatorio Antisemitismo. A settembre le polemiche per il post su Elly Schlein

Scrisse che la Sea Watch doveva essere «affondata». Definì Ilaria Cucchi «la Segre dei poveri». Insultò ripetutamente la stessa senatrice a vita. Ora Marco Gervasoni, 53enne professore all’Università del Molise, è indagato per i reati di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo Ilfattoquotidiano.it sarebbe stato in collegamento con gruppi e militanti di ispirazione suprematista e antisemita tramite la piattaforma social russa VKontakte, un social network simile a Facebook.

Gli insulti a Liliana Segre

Gervasoni – storico, saggista, già direttore scientifico della Fondazione Craxi – si è conquistato in passato la ribalta con una serie di attacchi e offese a mezzo social. Come quando finì nel report dell’Osservatorio Antisemitismo dopo l’intervento di Liliana Segre a sostegno del governo Conte. In quell’occasione postò una serie di tweet contro la senatrice a vita, sotto ai quali aggiunse decine di commenti offensivi. Solo per fare qualche esempio: «Ebrea di professione, stro**a, vecchia rinco*****ita, sionista pensa ai palestinesi, senatrice senza meriti che lucra sull’Olocausto, vecchia ignorante e in malafede, personaggio squallido».

Il tweet contro Elly Schlein

A settembre scorso, l’Università del Molise prese le distanze da Gervasoni, dopo il commento lasciato su Twitter in merito alla copertina de L’Espresso con Elly Schlein, la giovane vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. «Ma che è, n’omo?», aveva scritto. Un episodio che spinse il rettore dell’università, Luca Brunese, a telefonare a Schlein per invitarla a una giornata di studi avente per oggetto la «discriminazione e l’utilizzo improprio dei mezzi di comunicazione». La polemica coinvolse anche il governatore Stefano Bonaccini, che commentò: «È semplicemente la vicepresidente di una bellissima regione che si chiama Emilia-Romagna, eletta dagli elettori e nominata dal sottoscritto. Lei è semplicemente, invece, un cialtrone».

Gervasoni allora si difese spiegando: «Si possono fare commenti sul fisico della Meloni, di Salvini, Trump e Berlusconi. Mentre non è consentito farlo su esponenti di sinistra. Lo abbiamo visto molte volte. Ho pensato quindi di fare questo piccolo esperimento dopo aver visto l’interessante copertina de ‘L’Espresso’, che giocava sull’immagine mascolina di Schlein, la quale è stata più volte definita gender fluid».

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