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Arriva il contratto di rioccupazione: verso tre anni e mezzo di sgravi per chi assume under 36

13 Maggio 2021 - 16:57 Davide Gangale
Come confermato a Open da fonti del ministero del Lavoro, la misura sarà contenuta nel decreto Sostegni bis e sarà cumulabile con l'esonero già esistente per i giovani assunti a tempo indeterminato o stabilizzati

Verso tre anni e mezzo di sgravi contributivi per chi assume giovani under 36. Come confermato a Open da fonti del ministero del Lavoro, guidato da Andrea Orlando, nel decreto Sostegni bis troverà infatti spazio la definizione di un contratto di rioccupazione da applicare a tutti i settori. Sarà a tempo indeterminato, legato alla formazione e a un periodo di prova di massimo sei mesi, con sgravi contributivi al 100% che dovranno però essere restituiti al termine di tale periodo nel caso in cui il lavoratore non dovesse essere assunto. Il contratto di rioccupazione non sarà riservato ai soli under 36, ma gli sgravi che lo strumento introduce saranno cumulabili con quelli destinati solo ai giovani e già a disposizione delle aziende.

Fino a quattro anni e mezzo di sgravi in otto Regioni

Ciò significa quindi che i sei mesi di sgravi potranno aggiungersi all’esonero contributivo del 100% già previsto per i datori di lavoro privati che nel biennio 2021-2022 assumono (o stabilizzano) giovani di età inferiore ai 36 anni. L’esonero dura oggi 36 mesi – aumentati a 48 mesi se l’assunzione avviene in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna – e ha un tetto massimo di 6 mila euro annui. Aggiungendo altri sei mesi si arriva quindi a tre anni e mezzo di sgravi, che diventano quattro e mezzo nelle regioni menzionate sopra. L’obiettivo auspicato è mettere in moto un sistema che favorisca la ripartenza del mercato del lavoro dopo la crisi innescata dalla pandemia di Coronavirus e offra un’alternativa ai licenziamenti, il cui primo blocco scade il 30 giugno.

Turismo e commercio, possibili esoneri per chi non licenzia

Proprio per scongiurare il rischio di un’ondata di licenziamenti nei settori del commercio e del turismo, tra i più colpiti dagli effetti della pandemia, il decreto Sostegni bis potrebbe prevedere un esonero contributivo al 100% anche per i dipendenti di questi due settori che verranno riconfermati dopo la rimozione del blocco e la fine della cassa Covid, attesa nel mese di ottobre. La norma è stata proposta dal ministro Orlando e sarà oggetto di valutazione. «Credo che così come si debba gestire insieme la bella stagione, si debba provare a gestire insieme anche la brutta stagione», ha dichiarato il ministro, «dopo lo sblocco dei licenziamenti avremo sicuramente anche giornate nuvolose, se non scure».

Contratti di solidarietà al 70% per le aziende che perdono il 50% del fatturato

Un’altra novità dovrebbe riguardare le aziende che accusano un calo del fatturato del 50%, indipendentemente dal settore di appartenenza. Potranno stipulare contratti di solidarietà che porteranno la retribuzione dei dipendenti al 70%, ma dovranno impegnarsi nella stipula dell’accordo a mantenere inalterati i livelli occupazionali. La misura, che comporta un sacrificio non indifferente per i lavoratori, dovrebbe interessare in particolare le aziende che dal 30 giugno avranno mano libera sui licenziamenti.

Si abbassa la soglia per i contratti di espansione

Infine, sempre con il decreto Sostegni bis, per i contratti di espansione si prevede un abbassamento della soglia da 250 a 100 dipendenti, sia per lo scivolo verso l’uscita, sia per la riduzione dell’orario di lavoro, in una logica che intende premiare le aziende che assumono e sostenere la staffetta generazionale.

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