Covid, Locatelli avvisa: «Togliere ora le mascherine? Non se ne parla». E sulle riaperture: «Non hanno fatto salire i contagi»

Il coordinatore del Cts dà luce verde al governo: «Situazione incoraggiante nella prospettiva di nuove misure di apertura, come l’allentamento del coprifuoco»

I segnali sono incoraggianti. Gli ultimi dati parlano di una ripartenza che non s’è accompagnata a un aggravamento della situazione epidemiologica. In un’intervista al Corriere, Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico che, in questi mesi, ha consigliato il governo italiano sulle scelte da prendere per controllare la pandemia del Coronavirus, ha commentato: «L’analisi dei dati indica che le riaperture decise secondo il criterio del “rischio ragionato” non si sono associate a una ripresa della curva epidemica». Cala l’indice Rt ma anche l’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti. Le vaccinazioni «procedono speditamente» e la pressione sanitaria «si è ridotta» specialmente nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna.


Il nodo del coprifuoco

Al momento, dunque, «non ci sono segnali di allerta»: una situazione «incoraggiante anche nella prospettiva di nuove misure di apertura, quali per esempio il prolungamento del coprifuoco che il governo si accinge ad adottare». Lunedì, 17 maggio, infatti, la cabina di regia potrebbe decidere di portare in avanti, almeno di un’ora, il coprifuoco. Coprifuoco che, come documentato da Open, non sempre viene rispettato a dovere.


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«È troppo presto per togliere le mascherine»

Su una cosa Locatelli è rigidissimo: le mascherine, al momento, sono essenziali. «Troppo presto per toglierle – tuona – oggi la scelta non è ipotizzabile. Verrà comunque il tempo in cui potremo abbandonare le mascherine e riprendere ad abbracciarci». L’età media dei contagiati e dei ricoverati, intanto, continua ad abbassarsi: «Questa settimana, siamo a valori di 40 e 64 anni a fronte di 41 e 65 di quella precedente. È frutto della copertura conferita dalle vaccinazioni alle popolazioni più avanti con gli anni cui si è giustamente dato priorità per proteggerli dalle forme più gravi o addirittura fatali di Covid-19».

Foto in copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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