I numeri in chiaro. Siliquini: «Siamo alla fine del tunnel. Via le mascherine? Ancora troppi fragili senza vaccino» – Il video

«Obbligo vaccinale? Fallimento della sanità pubblica», così la docente dell’Università di Torino commenta la possibilità di rendere obbligatoria la somministrazione del vaccino

Già presidente del Consiglio Superiore di Sanità e docente di Igiene al dipartimento di Scienze della sanità pubblica e pediatriche dell’Università di Torino, la professoressa Roberta Siliquini commenta la situazione Covid in Italia a partire dai dati giornalieri del bollettino nazionale diffuso dalla Protezione Civile. «Siamo decisamente in discesa, ormai stabilmente sotto i 5 mila casi. I dati confortano soprattutto per il numero dei decessi e dei ricoveri, sul fronte dei nuovi casi invece non mi aspetto grandi riduzioni nei prossimi giorni perché le riaperture hanno un effetto». Una lenta riduzione dei casi quella prevista da Siliquini che in ogni caso rientrano in uno scenario quanto mai positivo: «La curva ci permette di riprendere un tracciamento dei casi efficace. Più che vedere la luce in fondo al tunnel io direi che ne siamo arrivati proprio alla fine».


La fine delle mascherine

Sulla questione discussa nelle ultime ore sull’eliminazione dell’obbligo di mascherina all’aperto, caldeggiata da diversi esperti, Siliquini appare prudente: «Il virus continua a circolare così come le varianti e poi non abbiamo ancora messo in sicurezza con i vaccini tutta la popolazione fragile». E ancora: «Se ci concediamo tale libertà in questo momento, il passo sarà breve dal non indossare la mascherina anti Covid tra amici all’aperto a dimenticarsi di rimetterla in tram o nei negozi in cui si entra. La soluzione è avere ancora pazienza».


«Obbligo vaccinale? Fallimento della sanità, sia ultima spiaggia»

«Prima di parlare d’obbligo vorrei davvero capire quali sono gli aventi diritto al vaccino che abbiamo lasciato indietro», dice Siliquini in merito al dibattito sull’obbligo vaccinale da poter imporre alla popolazione per fuggire alle conseguenze delle decisioni no vax. «Bisogna capire l’esatta percentuale di contrari al vaccino tra gli over 60 e i fragili che ancora non hanno ricevuto le loro dosi. Questo al fine di garantire equità ed eguaglianza e accertarsi che non ci siano persone anziane impossibilitate a recarsi in modo autonomo all’hub vaccinale o che non siano stati informati in maniera efficace». Dopo essersi accertati di questo, secondo la professoressa, sarà necessario agire ulteriormente attraverso la formazione e l’educazione al vaccino, e solo in ultimo ricorrere alla soluzione dell’obbligo. «Prendere una decisione costrittiva significherebbe il fallimento della sanità pubblica», conclude.

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