Di Maio si scusa con Uggetti. Ma ecco cosa diceva il M5s nel 2016 a proposito dell’ex sindaco Pd di Lodi

La gogna social è uno degli strumenti più utilizzati dal Movimento 5 Stelle. Abbiamo recuperato quella riservata all’ex sindaco democratico

La lettera di Luigi Di Maio con le pubbliche scuse per aver alimentato la gogna mediatica contro l’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, non pare essere espressione dell’intero Movimento. Un partito nato sotto la guida spirituale del comico genovese Beppe Grillo, abituato a lanciare sentenze senz’appello nei confronti di quelli che ritiene essere propri nemici. I portavoce grillini più noti hanno fatto proprio il modus operandi di Grillo. Molti altri hanno invece imparato a difendere – e a perpetrare – le proprie posizioni a qualsiasi costo, anche in caso di errore.


Uno dei tweet accusatori del M5s contro il sindaco di Lodi

«Non vorrei essere frainteso», scrive Di Maio a Il Foglio, «io sono fortemente convinto che chi si candida a rappresentare le istituzioni abbia il dovere di mostrarsi sempre trasparente nei confronti dei cittadini, e che la cosiddetta questione morale non possa essere sacrificata sull’altare di un “cieco” garantismo».


Il tweet di Grillo contro Uggetti

Bisogna ricordare che nella stessa lettera viene citato un episodio, quello del sindaco grillino di Livorno Filippo Nogarin, che risultò indagato proprio nel periodo in cui venne attaccato Simone Uggetti. Ecco una cronologia delle dichiarazioni sui social di Luigi Di Maio:

4 maggio 2016 – «Lo scandalo di #Lodi dovrebbe invitare gli esponenti del Pd al silenzio. Invece #Renzi, attraverso i suoi uomini, attacca la magistratura.»

10 maggio 2016 – «Il Pd è garantista perché non vuole far dimettere gli indagati. Per noi, se #Nogarin ha fatto qualcosa si dovrà dimettere. #dimartedi»

Due pesi e due misure, si potrebbe pensare leggendo certi tweet. Un fatto simile era accaduto sempre nel 2016 con l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Alfano indagato per abuso d’ufficio. Le nostre forze dell’ordine non possono avere il loro massimo vertice indagato. Si dimetta in 5 minuti!». Quando l’alleato di Governo e ministro dell’Interno Matteo Salvini risultò indagato, per Di Maio la reazione del 26 agosto 2018 risultò estremamente diversa: «Secondo il codice etico dei ministri, ma aggiungo io anche il codice etico del Movimento 5 Stelle, il ministro dell’Interno deve continuare a fare il ministro in questo momento».

Il tweet dove il M5s si prendeva parte del merito dell’arresto del sindaco di Lodi.

La lettera di Di Maio non è quella di un capo politico del M5s, non avendone titolo. Lo fa a livello personale. «Le scrivo la seguente lettera perché è giusto che in questa sede io esprima le mie scuse all’ex sindaco di Lodi e rivolga a lui e alla sua famiglia i migliori auguri per l’esito di un caso giudiziario nel quale il dottor Uggetti, con forza, tenacia e dolore è riuscito dopo anni a dimostrare la sua innocenza». Insomma, si complimenta con la vittima sopravvissuta alle «barbarie social» sue e del suo partito, come lo stesso Di Maio “descrive” nella lettera: «Una cosa è la legittima richiesta politica, altro è l’imbarbarimento del dibattito, associato ai tempi giudiziari».

Il tweet di Fraccaro contro il sindaco di Lodi definito «Ovviamente renziano!»

Simone Uggetti compariva spesso insieme a Matteo Renzi, altro eterno nemico del Movimento 5 Stelle. Una scusa in più per attaccarlo, insinuando che vi sia un legame etico tra coloro che vengono arrestati e l’ex leader del Pd, oggi alla guida di Italia Viva. Riccardo Fraccaro scriveva così in un suo tweet: «Ennesimo #Pd in manette: arrestato per appalti truccati #Uggetti, sindaco di Lodi. Ovviamente renziano! #ArrestanoVoi».

Il tweet di Paola Taverna: «Din don! Comunicazione di servizio: l’#arrestatoPD di oggi è il Sindaco di Lodi. A quanti siamo arrivati?»

La gogna social è uno degli strumenti più utilizzati dal Movimento 5 Stelle, un atteggiamento ereditato dal maestro Beppe Grillo, che non ha imparato la lezione, malgrado le diverse condanne per diffamazione, provenienti peraltro anche da persone che di politica – di fatto – non se ne occupavano. Un altro esempio è riscontrabile in un tweet di Nicola Morra, dove l’attuale presidente della Commissione parlamentare Antimafia scriveva: «Anche oggi il Pd ha il suo arrestato quotidiano» proprio come nella rubrica del blog del comico genovese «L’#indagatoPd del giorno».

Un altro allievo della gogna mediatica grillina è l’ex ministro Danilo Toninelli che nel 2016 scriveva così: «L’arrestato del giorno è il piddino Uggetti, sindaco di Lodi e braccio destro di Lorenzo Guerini. #votiamolivia». Rispetto a Di Maio, però, non ha presentato le sue scuse a Uggetti ritenendo leciti gli attacchi in difesa della morale, che secondo lui non avrebbe nulla a che fare con i procedimenti giudiziari:

Prima della sentenza penale, di un comportamento rilevante a livello penale, ricordiamoci che c’è la morale, la moralità. Molto spesso la moralità, che dovrebbe essere alla base della politica che non si interseca con il processo penale con una sentenza, a mio parere è peggio ancora di un reato.

Laura Castelli, attualmente vice ministra del Governo Draghi, aveva dato il merito del procedimento penale al suo partito: «Il #m5s fa un esposto e il sindaco di #Lodi, grazie al lavoro degli inquirenti, viene arrestato. Inutili sti grillini…». Di Maio ha chiesto scusa, nonostante i cambi di rotta continui, ma mancano quelle ufficiali di un intero Movimento nei confronti dell’alleato di Governo, un sostegno che al momento pare essere stato rivolto solo a Salvini durante il primo Governo Conte.

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