Israele, è la fine di un’era? Accordo tra Lapid e Bennett per un governo senza Netanyahu

L’annuncio del leader del partito di estrema destra Yamina: «Formeremo un esecutivo di unità nazionale». E per il premier, al potere da 12 anni, non c’è posto

L’accordo era nell’aria, ora c’è l’annuncio. Yair Lapid e Naftali Bennett hanno trovato l’intesa per la formazione di una coalizione di governo senza Benjamin Netanyahu. «Vi annuncio che farò un governo di unità nazionale con Lapid, per far uscire Israele dallo stallo», ha detto Bennett. «Con Lapid ci sono diversità ma siano intenzionati a trovare l’unità. Lapid è molto maturato». L’accordo può mettere fine all’era Netanyahu, dopo che il leader del Likud ha occupato la carica di primo ministro per 12 anni consecutivi. Netanyahu è al potere dal 2009, ma le ultime 4 elezioni hanno rimescolato le carte. In un contesto politico esacerbato dalle tensioni con Hamas, Netanyahu ha provato a rimanere aggrappato al potere. Oggi, il premier uscente ha lanciato un ultimo appello chiedendo sia a Bennett, che guida il partito di estrema destra Yamina, sia a Gideon Saar di «Nuova Speranza» di formare una coalizione che escluda il centrista Lapid. Nulla da fare.


I malumori dentro al partito di estrema destra di Bennett

Ad appoggiare il premier era stato nelle ultime ore il partito Sionista Religioso del deputato Smotrich. Saar ha però rifiutato, dichiarando che il suo partito «resta allineato alla sua posizione» di rimpiazzare Netanyahu. «Il governo del cambiamento», e anti Netanyahu, richiede a Lapid anche il sostegno di membri arabi del parlamento. Una situazione di difficile equilibrio, resa ancora più complessa dal momento che attraversa il partito Yamina. Il suo leader, Bennett, appartenente all’estrema destra e da anni sostenitore della costruzione di insediamenti in Cisgiordania e dell’esproprio delle terre ai palestinesi, è alle prese con una crisi interna. Le frange più estremiste del suo partito non vedono di buon occhio l’alleanza con il più moderato Lapid. Ma s’è dimostrata più forte la volontà di evitare una nuova chiamata alle urne.

Bennett e Lapid decisi a evitare nuove elezioni

Secondo i termini dell’accordo, Bennett occuperebbe la carica di primo ministro per i primi due anni, per poi lasciare il posto a Lapid nei due anni rimanenti. Se Lapid dovesse fallire nel tentativo di formare un governo, il quarto nel giro di due anni, allora Israele dovrebbe andare alle urne per la quinta volta. Una eventualità che sia Lapid che Bennett vogliono evitare.

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