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«Io sono Giorgia» in regalo agli studenti di Verbania: il libro di Meloni nelle scuole è (ancora) un caso

03 Giugno 2021 - 18:32 Fabio Giuffrida
L'assessore alla Cultura contro l'iniziativa dei giovani di Fratelli d'Italia. Dieci giorni fa le polemiche a Messina

Dopo il caso della scuola di Messina che avrebbe messo a disposizione quattro ore di crediti formativi per chi avesse preso parte alla presentazione del libro di Giorgia Meloni (poi annullata), una nuova polemica su Io sono Giorgia è scoppiata in queste ore nel comune di Verbania, in Piemonte. La sezione giovanile di Fratelli d’Italia ha deciso di regalare il libro agli studenti delle scuole superiori attraverso alcune biblioteche del capoluogo del Verbano-Cusio-Ossola allo scopo di «dare la possibilità ai giovani di scegliere di leggere un libro nuovo, appena pubblicato, che racconta l’ultimo ventennio di storia politica italiana visto con gli occhi di una grande patriota».

«Il suo libro rimarrà fuori dalle scuole»

L’iniziativa avrebbe coinvolto 3.500 studenti dell’istituto Cobianchi, del liceo Cavalieri, dell’istituto Ferrini-Franzosini, ma al comune non piace. «La proposta che arriva dalla sezione giovanile di Fratelli d’Italia di donare il libro di Giorgia Meloni alle biblioteche scolastiche degli istituti superiori del territorio è un atto di provocazione politica che supera ogni limite», ha scritto Riccardo Brezza, assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Verbania, in un post su Facebook. «Che i giovani facciano politica e si occupino della cosa pubblica è senz’altro una buona notizia – aggiunge – ma strumentalizzare la scuola pubblica per fini politici di parte è quanto di più scorretto si possa fare. Gli studenti e le studentesse leggono e leggeranno ciò che vogliono, ma non saranno i partiti politici a decidere cosa. Quindi, per quanto di mia competenza, la biografia di Giorgia Meloni continuerà a rimanere fuori dalle scuole verbanesi». Al momento le scuole non avrebbe ricevuto alcuna comunicazione di questa donazione, spiega Brezza, e anche da parte degli stessi dirigenti ci sarebbe una certa perplessità sulla possibilità di accettare i libri.

Foto in copertina: Fabio Giuffrida per Open

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