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«Le norme anti Lgbtq+ di Budapest una vergogna». Von der Leyen contro Orbán. Merkel: «Legge sbagliata»

In occasione della partita dell'Europeo tra Germania e Ungheria, numerosi siti della città di Monaco, e del resto del Paese, si coloreranno di arcobaleno

Dopo la dichiarazione firmata ieri dall’Ue contro la legge ungherese che nega i diritti Lgbtq+, oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha voluto ribadire che le norme adottate da Budapest sono «una vergogna». In conferenza stampa, la presidente dell’organo esecutivo europeo ha parlato che una legge che «discrimina persone sulla base dell’orientamento sessuale va contro i valori fondamentali della Ue. Noi non faremo compromessi su questi principi». A seguito di questa presa di posizione, e delle polemiche all’Europeo di calcio, il premier ungherese Viktor Orbán ha annunciato che non sarà presente all’Allianz Stadium di Monaco per la partita di Euro 2020 tra Germania e Ungheria.

Il botta e risposta tra Berlino e Budapest

Dopo l’ora di pranzo anche la cancelliera tedesca Angela Merkel si è espressa a favore della posizione di von der Leyen. «La legge anti Lgbt è sbagiata», ha sentenziato la leader della Germania. Proprio a Berlino si è tenuto un altro capitolo della vicenda: con la Uefa che ieri ha negato la richiesta fatta dalla città tedesca di poter accendere con i colori dell’arcobaleno lo stadio dove si disputerà il match. Tra la Germania e l’organo del calcio europeo è iniziato così un braccio di ferro che oggi vedrà numerosi siti della città bavarese, e del resto del Paese, colorarsi di arcobaleno. Tra questi un’imponente turbina eolica visibile dallo stesso stadio, mentre quotidiani tedeschi come la Süddeutsche Zeitung hanno pubblicato prime pagine colorate.

Anche i big dell’economia bavarese, come Siemens e Bmw, hanno cambiato i loro account Twitter con la bandiera arcobaleno. La società ferroviaria Deutsche Bahn ha fatto lo stesso con una delle sue locomotive, dove ha anche affisso uno slogan sulla promozione della diversità. Intanto, sul caso del «no» dell’Uefa è intervenuto anche il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. «È vero, il campo di calcio non ha nulla a che vedere con la politica. Si tratta di persone, di equità, di tolleranza. È per questo che l’Uefa manda un brutto segnale». Commenti a cui è seguita la risposta dello stesso Orbán. «Che lo stadio di Monaco o di un’altra città europea siano illuminati con i colori dell’arcobaleno non è una decisione che spetta allo Stato», ha dichiarato il premier ungherese.

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