Niente incontro tra Grillo e Conte, solo una telefonata. E alla riunione tra deputati e garante non partecipano tutti

L’accordo sul nuovo statuto sarebbe stato raggiunto, ma le fronde parlamentari continuano a rendere complicato il processo di rifondazione. E il direttivo lancia una frecciatina al fondatore dei 5 stelle

Scontri che diventano incontri, poi annullati e sostituiti da semplici «telefonate». E c’è chi alle riunioni, sconfortato dalle divergenze che emergono nel processo di rifondazione del Movimento 5 stelle, preferisce non partecipare. La due giorni di fuoco romana, con Giuseppe Conte che risponde alla richiesta di chiarimenti dei senatori e Beppe Grillo che, all’improvviso, si mette in viaggio verso Roma sceglie di incontrare prima i deputati, è indicativa della frammentazione del partito. Già, un partito dei più tradizionali è quello che vorrebbe ricreare l’ex premier, con il garante, fondatore e possessore del simbolo relegato al ruolo di «padre nobile». Gli attriti tra Grillo e Conte sono culminati nei fatti di inizio settimana, con il primo che fa posticipare la presentazione del nuovo statuto e il secondo che cerca di prendere in mano le redini organizzando incontri con i gruppi parlamentari di Senato e Camera, divisi in gruppetti per avere «la possibilità di un confronto diretto».


Le manovre di Conte

Ieri, 23 giugno, l’ex presidente del consiglio e leader in pectore del Movimento aveva risposto all’appello del capogruppo 5 stelle a Palazzo Madama, Ettore Licheri, e ha passato un pomeriggio a rispondere alle domande dei senatori. È stata ribadita da Conte la necessità di «affrettarsi» nel processo di rifondazione, ripetendo però più volte che senza la piena fiducia del garante si sarebbe sfilato dal progetto. «Se domani Grillo viene a Roma, ci vedremo senz’altro», aveva detto Conte dopo il meeting con i senatori. Niente da fare: il comico genovese è arrivato davvero nella Capitale, ma all’ex presidente del Consiglio ha dedicato soltanto il tempo di una telefonata. Sono stati chiariti i nodi intorno al nuovo statuto? Nessuno lo sa, e questo è uno dei motivi che fa scalpitare i parlamentari, desiderosi di conoscere le proprie sorti prima di girare parte dei propri emolumenti al nuovo conto bancario del Movimento 5 stelle.


Giornate di incontri

Proprio con lo scopo di recuperare il filo diretto con i deputati, i quali hanno accusato Conte di essere diventato irraggiungibile anche via messaggi, l’avvocato del popolo ha deciso di fissare una serie di riunioni, la prossima settimana, con il gruppo alla Camera. «Il direttivo ha avuto una breve riunione con Giuseppe Conte, durante il quale abbiamo concordato una modalità d’incontro con tutti i deputati e le deputate – è il testo del Whatsapp arrivato ai rappresentanti dei 5 stelle a Montecitorio -. La prossima settimana si organizzeranno riunioni, a piccoli gruppi, per dare a ognuno la possibilità di un confronto diretto».

Il garante scende in campo

Alcune fonti spiegano che l’accordo sul nuovo statuto tra Grillo e Conte – raggiunto proprio nella telefonata – sta reggendo. Il garante, che oggi, 24 giugno, vede i deputati (incontro al via alle 17), potrebbe annunciare qualche dettaglio dell’intesa sul restyling del Movimento. Un’operazione che, però, avrebbe coinvolto poco i portavoce pentastellati e che genera malumori, non solo incertezza nei gruppi. Il direttivo, poco prima della riunione tra Grillo e rappresentanti di Montecitorio, ha inviato un messaggio agli esponenti 5 stelle: «Si ricorda l’assemblea di oggi alle ore 17 presso l’Auletta dei Gruppi, precisando che si terrà una sola riunione con tutte le deputate e i deputati, poiché il numero degli iscritti non ha superato la capienza massima della sala».

Fuoco su Grillo

L’ammutinamento di parte dei deputati potrebbe essere indicativo dell’assenza di fiducia nel processo di rifondazione e del senso di impotenza di chi, per anni, ha ricoperto ruoli cardine anche nell’organizzazione del partito. Secondo altri, invece, il direttivo del Movimento 5 stelle avrebbe fatto uscire di proposito questa nota, poco prima dell’incontro, per indebolire Grillo. «L’obiettivo è quello di dare, all’interno e all’esterno del Movimento, la percezione che i parlamentari hanno smesso di seguire Beppe», dice una deputata a Open. «La verità, visto che buona parte dei lavori parlamentari sono finiti ieri sera, è che molti sono tornati a casa e non si trovano più a Roma. Siamo stati avvisati ieri sera tardi della riunione con Grillo».

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