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«Froc*o di merda»: insulti, calci e pugni a un 12enne durante il Pride di Milano. Zan: «Serve una legge, non solidarietà»

27 Giugno 2021 - 09:59 Fabio Giuffrida
Uno degli aggressori gli avrebbe gettato addosso anche lo Spritz. Una violenza fisica e verbale che è avvenuta a pochi passi dalla piazza in cui si stava tenendo il Pride di Milano

Quella di ieri, 26 giugno, doveva essere una giornata di festa, la giornata del Pride e, invece, per un ragazzo di 12 anni di origine egiziana, si è trasformata in un incubo. Il motivo? Il giovane, stando alle prime ricostruzioni, si trovava all’interno del Parco Sempione, a pochi passi dalla piazza in cui si stava tenendo il Pride di Milano, quando è stato raggiunto da un branco di ragazzi che lo avrebbero preso a calci e pugni, come conferma a Open anche Fabio Pellegatta, presidente del Cig Arcigay di Milano. Gli avrebbero gridato «Froc*o di merda» e poi lo avrebbero malmenato, in pieno centro alle 20.30, con schiaffi dietro la testa e addirittura gli avrebbero gettato addosso dello Spritz, come scrive Repubblica. Per Alessandro Zan, promotore della legge contro l’omotransbifobia (il ddl Zan, appunto) «la solidarietà non serve. Serve una legge».

Cosa è successo

Gli aggressori non avrebbero gradito l’abbigliamento del giovane che, in perfetta sintonia col Pride, sfoggiava i colori arcobaleno, come ci spiega Pellegatta. «Non era una solo persona ma un branco che ha agito in una zona in cui evidentemente si sentiva protetto. Hanno scaricato la loro rabbia sul minore perché non gli piaceva come era vestito», aggiunge. Necessario l’intervento delle ambulanze presenti alla manifestazione all’Arco della Pace: «Il primo a intervenire è stato il personale dell’assistenza sanitaria in bici che l’ha visto mentre lo stavano pestando. Grazie al loro intervento, questi ragazzi sono scappati. Ad ogni modo, si tratta di un episodio che lo condizionerà senz’altro», tuona Pellegatta. «Ecco perché serve subito una legge contro l’omotransbifobia che crei cultura e porti al rispetto sociale. Non nascondiamo dietro l’opinione personale la possibilità di offendere la dignità delle persone. Iniziamo a tutelare davvero questi ragazzi», conclude. Sul caso, adesso, indaga la Digos: è caccia ai responsabili dell’aggressione.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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