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L’avvocato Borré: «Vi spiego perché con il voto di Crimi il M5s potrebbe avere due capi» – L’intervista

M5S CONTE GRILLO INTERVISTA Borre
M5S CONTE GRILLO INTERVISTA Borre
L'ex grillino e patrocinatore delle cause degli espulsi spiega a Open cosa può succedere dopo la mossa del senatore che si è autonominato capo politico e perché presto i grillini potrebbero scindersi di fatto in due partiti

«Lo Statuto prevede che le consultazioni siano indette con una duplice modalità: la pubblicazione sul sito e la comunicazione all’indirizzo mail degli iscritti. Ma il sito dev’essere a conoscenza degli iscritti. Quando questi si iscrivono, è indubbio che ne conoscano uno visto che l’iscrizione avviene proprio tramite il blog. Ma attualmente, in punta di diritto, gli iscritti non sono stati informati del cambio di sito. E questo è soltanto uno dei motivi che potrebbe portare all’annullamento». L’avvocato Lorenzo Borré, ex militante grillino della prima ora e patrocinatore di decine di cause degli espulsi con un’ottima percentuale di vittorie in giudizio, spiega a Open perché l’annuncio di Vito Crimi sul voto per il Comitato di Garanzia del M5s pubblicato sul nuovo blog del M5s rischia di far finire nel caos il MoVimento 5 Stelle; portando all’elezione di due capi e alla scissione di fatto, e favorendo la creazione di un partito di Conte e di uno di Grillo.

Crimi quindi sbaglia perché non ha seguito una procedura corretta?
«Non c’è solo questo. C’è anche il problema dell’identificazione dei soggetti abilitati al voto, che deve avvenire tramite Rousseau a norma di Statuto. In più, il senatore vicino a Conte non ha il potere di indire il voto: quello ce l’hanno soltanto il Comitato Direttivo, che però deve essere eletto. Oppure il Garante, che però è Grillo».

E perché il senatore si è firmato “capo politico”?
«Anche questo è incomprensibile, visto che una sentenza del tribunale di Cagliari ha riconosciuto che lui non è il capo politico del M5s. Quindi, riepilogando: il voto non si può fare su quella piattaforma perché lo Statuto prevede che sia indetto su Rousseau. In ogni caso manca la comunicazione sul cambio di sito. Manca anche l’abilitazione, anch’essa da effettuare in esclusiva sulla creatura di Davide Casaleggio. E infine l’indizione è stata effettuata da un soggetto non abilitato a farla. Un passo, quattro inciampi».

E cosa succederebbe se Grillo a questo punto annunciasse il voto sulla piattaforma Rousseau?
«Potrebbe farlo. Così avremmo due capi».

I quali dovrebbero dividersi i soldi del M5s.
«E sarebbero il Papa e l’Antipapa. In ogni caso chi fa la prima mossa si espone a un’impugnazione per cui, tra l’altro, potrebbe non essere nemmeno competente il tribunale di Roma. E questo potrebbe velocizzare i tempi di una causa legale».

Oppure Beppe potrebbe sfiduciare il Comitato di Garanzia e far votare su Rousseau la sua destituzione.
«Già. D’altro canto Crimi ha adempiuto soltanto in parte alla diffida di Grillo che gli intimava di chiamare il popolo M5s al voto, visto che non l’ha indetta su Rousseau. Ci sono dei momenti in cui i nodi gordiani vanno recisi. Altrimenti…».

Foto di copertina: elaborazione grafica di Vincenzo Monaco

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