Locatelli (Cts): «Si vedono già gli effetti dell’Europeo sui contagi: vi spiego perché è giusto il Green pass obbligatorio»

Secondo il coordinatore del Cts e presidente dell’Istituto superiore di sanità, il green pass dovrebbe essere obbligatorio, non solo per concerti o palestre, ma anche per mangiare al chiuso nei ristoranti

Il coordinatore del Cts Franco Locatelli, presidente dell’Istituto superiore di sanità, non ha dubbi: il Green pass obbligatorio serve eccome e quello che è accaduto durante la finale dell’Europeo avrà probabilmente degli effetti sull’andamento della pandemia del Coronavirus nel nostro Paese già in questi giorni. Intanto, spiega, non è il momento di riaprire le discoteche, ma di pensare piuttosto all’aumento delle coperture del vaccino al personale scolastico. «I dati indicano una ripresa netta della circolazione virale nel Paese», dice senza mezzi termini a la Repubblica. L’età media resta quella dei 28 anni, dato che dimostra come i contagi «siano legati in buona parte alla popolazione giovane in ragione della maggior socializzazione del periodo estivo».


Secondo Locatelli sono già evidenti gli effetti dei festeggiamenti per l’Europeo

Ma questi sono anche gli effetti dei festeggiamenti della finale di Euro 2020: «Si cominciano a osservare da ieri e probabilmente ne vedremo di più da oggi. Gli assembramenti e gli affollamenti hanno favorito la circolazione virale», dice. Per evitare che il Covid torni a minacciare il nostro Paese, infatti, bisogna correre ai ripari con il green pass obbligatorio: «Dare accesso a determinate attività a chi è stato vaccinato, o comunque ha il certificato verde, è una strategia inevitabile. Penso ai concerti, ai grandi eventi, agli stadi, a cinema, teatri, piscine e palestre. Va considerato seriamente anche il green pass per mangiare al chiuso nei ristoranti». Un modo per incentivare i tanti scettici a vaccinarsi: «Abbiamo circa 5 milioni di persone sopra i 50 anni non vaccinate», tuona.


Scuole e discoteche

Ora è anche arrivato il momento di pensare a settembre, alla riapertura delle scuole. «Come Cts abbiamo chiesto di incentivare al massimo la vaccinazione del personale scolastico. Ma non possiamo decidere noi di renderla obbligatoria», spiega. L’importante, secondo Locatelli, è che le regioni indietro nella vaccinazione «si portino al passo delle migliori» perché non si può rischiare di nuovo la dad né aggravare ancora di più il problema dell’abbandono scolastico. E le discoteche? Per il Cts «solo in zona bianca, solo all’aperto, solo con green pass e solo al 50 per cento della capienza autorizzata». Quando? «Non c’è una data definita».

Zone rosse e stop Olimpiadi di Tokyo

Infine Locatelli spiega che bisognerebbe riformare gli indicatori che portano le regioni in zona gialla: «Dobbiamo guardare i ricoveri, il parametro più rilevante rispetto all’impatto sui sistemi sanitari e anche per il rischio di letalità. L’impatto compiuto sull’occupazione dei letti di medicina e terapia intensiva lo vedremo solo tra un paio di settimane». Pensare a nuove chiusure, invece, è «prematuro ma magari possono essere considerate zone rosse puntuali come quella di Piazza Armerina in Sicilia». Bloccare le Olimpiadi di Tokyo? Secondo Locatelli, assolutamente no: «Mi sento di escludere che bastino pochissimi casi per chiudere un evento del genere». Dovevano metterlo in conto, insomma.

Foto in copertina: ANSA/ANDREA FASANI

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