Tokyo 2020, positiva anche una ginnasta Usa. Caos sui “contatti stretti” tra gli atleti, il Cio: «Possono allenarsi»

Intanto dal Comitato Olimpico arriva il via libera a proseguire gli allenamenti per quegli sportivi che hanno avuto contatti con positivi

Sono quasi 60 i casi di positività al Coronavirus registrati tra atleti e staff a Tokyo a pochi giorni dall’inizio dei Giochi olimpici. L’ultimo contagio confermato arriva dalla nazionale statunitense di ginnastica artistica. Un’atleta adolescente che si sta allenando in Giappone, a Inzai, in vista dell’Olimpiade, è risultata positiva nelle ultime ore. Vista la giovanissima età della ragazza, non si tratterebbe della 24enne stella del team Simone Biles. Le altre ginnaste americane sono Jordan Chiles, Sunisa Lee, Grace McCallum, Jade Careye e MyKayla Skinner. Sunisa Lee e Grace McCallum hanno 18 anni. Un funzionario della municipalità di Inzai ha precisato che è stata isolata anche un’altra ginnasta che aveva avuto contatti stretti con quella risultata positiva. Intanto, mentre crescono i casi tra atleti e staff, il Cio ha dichiarato che i contatti stretti delle persone positive potranno continuare ad allenarsi. Ma non tutti. Il Cio ha chiarito che i 21 che hanno incrociato i positivi nella nazionale di calcio sudafricana potranno continuare a prepararsi, usando mezzi dedicati per spostarsi e allenandosi a parte. Cio e organizzatori non possono però dare l’ok a quanti, come gli 8 britannici dell’atletica, sono stati posti in isolamento dalle autorità giapponesi in quanto “stretti contatti” con un positivo sul volo per Tokyo.


Tuttavia, se non c’e’ alcun dubbio sull’isolamento in camera di coloro risultati positivi, come i due calciatori sudafricani e il rappresentante dello staff, e da oggi anche il giocatore della Repubblica Ceca di beach volley, più delicata è la questione su come regolarsi con tutti quelli che dalla app di tracciamento che ogni accreditato ha dovuto scaricarsi risultano aver avuto contatti stretti con i positivi. L’obiettivo del Cio è «isolare queste persone e consentire loro di proseguire la preparazione alle gare». Per questo «creeremo le condizioni perché possano possano fare il minimo necessario per prepararsi», ha spiegato Pierre Ducrey, vicedirettore del Comitato Olimpico dei Giochi. Sottoposti a screening ogni giorno mediante test nasofaringei, devono «allenarsi separatamente» ma non sono costretti al completo isolamento, secondo il Cio.


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