In Sicilia i primi due locali dove si entra solo con Green pass. I gestori: «Minacciati e insultati, ma andremo avanti» – L’intervista

Settimana scorsa la decisione di anticipare la stretta del governo: «Vogliamo solo lavorare in sicurezza». Ma tra i clienti montano proteste e accuse di discriminazione. E gli incassi sono crollati

Nei giorni che precedono l’importante decisione del governo italiano sulla possibile obbligatorietà del Green pass, due ristoratori siciliani hanno deciso di risolvere la questione da soli e permettere ai clienti di entrare soltanto se in possesso del certificato verde. I primi due locali italiani in cui si entra solo col Green pass hanno dunque anticipato le decisioni del governo, riscontrando già dalle prime ore non poche difficoltà. «La decisione è arrivata una settimana fa: era diventato impossibile gestire gli assembramenti che continuavano a crearsi tutte le sere, soprattutto nello spazio esterno al locale, quello posto sulla spiaggia», dice Andrea Franco, 29 anni, giovane proprietario, insieme al fratello Mirko, del ristorante e stabilimento balneare La Rotta di Agrigento.


Le pressioni che i due giovani raccontano di ricevere da quando sui social hanno comunicato la decisione sono enormi. Telefonate minatorie, insulti, proteste all’ingresso del locale, con un incasso che da giorni continua a diminuire. «Non volevamo ledere la libertà di nessuno né tantomeno cerchiamo di attirare pubblicità su questioni così importanti e delicate», ribadisce Andrea che, raggiunto da Open, si mostra preoccupato per il clima creatosi negli ultimi giorni. «L’unico obiettivo della nostra scelta era quello di lavorare in sicurezza per non rischiare di chiudere come è già successo. Dopo due anni di grossi sacrifici ed enormi spese da coprire, l’idea di ritrovarci nelle stesse situazioni ci angoscia».


Ha fatto la scelta di anticipare la decisione del governo anche Sergio Tedesco, proprietario di Borgo Santulì, locale super frequentato della costa sudoccidentale della Sicilia. «Qui i contagi continuano ad aumentare e nei nostri ospedali la gran parte dei ricoverati per Covid non è vaccinata» racconta. «Tra i giovani si vive l’argomento con leggerezza e questo non può non rappresentare un problema anche per noi che ne accogliamo molti durante le nostre serate». Il momento critico non è tanto quello dei pranzi o degli aperitivi consumati al tavolo, «ma nel dopo cena, dopo le 22, quando le persone iniziano ad assembrarsi in grande numero nonostante tutti gli sforzi del personale di far allontanare la folla, la situazione diventa davvero difficile da gestire. E allora ci siamo detti: “perché non disciplinare l’entrata con il Green pass garantendo un luogo sicuro per tutti?».

«Sul web un massacro organizzato»

Da poco meno di una settimana, i clienti dei due locali siciliani continuano ad entrare solo con carta verde, certificando così la vaccinazione avvenuta o il tampone effettuato. «Il venerdì sera solitamente arriva una grossa quantità di gente», racconta il titolare de La Rotta, «questa volta il locale era quasi vuoto. Ci hanno insultato, minacciato, ce ne hanno dette di tutti i colori sui social. Per non parlare delle recensioni Google, su cui noi lavoriamo tantissimo. Da un punteggio di 4.5 siamo arrivati in meno di una settimana a 3.2 con un massacro organizzato. Si sono mossi in massa dai gruppi Facebook anti Green pass e anti vaccino per venire a recensire in modo pessimo il locale e lo staff. Un danno per noi enorme».

Stesse difficoltà per il titolare di Borgo Santulì, che per primo, quasi una settimana fa, ha preso la decisione dell’ingresso esclusivo con carta verde. «Mi accusano di discriminazione e razzismo, “è come se non stessi facendo entrare i malati di Hiv”, mi hanno detto». E ancora: «Sarà meglio per te che prepari buoni avvocati perché ti roviniamo». Ma Sergio i suoi legali li ha sentiti. «Cercavo una rassicurazione perché il clima è veramente pesante», racconta, «e mi hanno assicurato che non sto facendo niente di illegale. Lo Stato stesso mi impone di provvedere a garantire delle norme di sicurezza». Sabato sera i clienti non vaccinati si sono presentati davanti le porte de La Rotta a protestare contro la decisione. «Per noi tutto questo è difficile», continua Andrea Franco, «stiamo pagando la sicurezza e guardie giurate che possano controllare la situazione con ulteriori spese da sostenere, eppure quello che vorremmo fare è semplicemente lavorare senza creare danni alla salute di nessuno».

«La decisione del governo inasprirà il clima ancora di più»

La decisione di un Green pass obbligatorio allargato a trasporti, bar, ristoranti, discoteche e stadi può arrivare già nelle prossime ore, trasformando di fatto l’iniziativa dei due gestori siciliani in una direttiva nazionale. «Il timore di passare altre serate con il locale vuoto c’è, soprattutto ora che il governo è in via di decisione. Il malcontento si manifesterà in maniera ancora più forte», immagina il proprietario de La Rotta, «Ma siamo pronti a tutto», aggiunge. «Per noi c’è un colpo da subire in ogni caso: se domani la Sicilia dovesse tornare in zona gialla o arancione ci farebbe molto male. Così come in questo momento avere meno persone nel locale. Ma questa del Green pass rimane la soluzione meno dannosa per tutti e ogni senso, dal sanitario all’economico».

I clienti che hanno reagito bene

Gli incassi e le presenza dei clienti sono diminuiti ma le persone entrate nei due locali siciliani negli ultimi cinque giorni hanno avuto garanzia di una serata in piena sicurezza. «Il guadagno è minore ma se questo ci permette di lavorare più tranquilli e sperare che un domani anche gli scettici possano convincersi e vaccinarsi noi continuiamo a dare il giusto messaggio», continua Tedesco. «Di certo non è questo il momento per gioire di guadagni più bassi, il lavoro stagionale ha già di per sé sue grosse difficoltà, ampliate dai mesi di pandemia», riflette invece il 29enne proprietario de La Rotta, «ma l’unica, e per noi non percorribile, alternativa è fregarsene di tutto e continuare a immettere gente senza alcun controllo come vedo fare a più di un locale».

La situazione è complessa ma i proprietari vanno avanti forti delle buone risposte che, nonostante tutto, sono arrivate. «Oltre ai clienti già vaccinati che sono entrati in tranquillità, ho avuto la notizia di diverse persone che dopo il nostro annuncio hanno deciso di prendere appuntamento per il vaccino. Questo è un segnale che ci conforta», racconta Tedesco. «Accogliamo moltissima gente da tutto il mondo ogni anno in questa isola stupenda, la discriminazione non ha nulla a che fare con il nostro spirito. Quello che più di tutto ci dispiace è che in così tanti abbiano scelto di non partecipare a questa importante rinascita».

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