«Che valore ha la retorica dell’eccellenza?». Con queste parole si è aperta la contestazione al “sistema” della Scuola Normale Superiore di Pisa, da parte di Virginia Magnaghi, Rappresentate degli allievi e delle allieve del Corso di Lettere, durante la cerimonia di consegna dei diplomi. Con lei, erano presenti altre due colleghe. Valeria Spacciante, anche lei Rappresentate del Corso di Lettere, e Virginia Grossi. Una contestazione, portata avanti da tutte e tre, nel corso della celebrazione dai toni istituzionali. «Noi crediamo che la scuola non sia senza colpe, avete reso l’università un’azienda. Perseguendo solo il profitto», hanno detto, rivolgendosi ai professori e agli accademici presenti in sala con loro. «Ha infatti promosso quella retorica dell’eccellenza e della meritocrazia che legittima il taglio delle risorse. Ha incoraggiato la creazione di piccoli poli di eccellenza iper finanziati. La scuola ha perseguito la deregolamentazione del personale esternalizzato di mensa e biblioteca. E ha rinunciato a una presa di posizione esplicita nel dibattito pubblico: questo silenzio è stato condiviso dalla maggioranza del corpo docenti. L’impegno civico è passato in secondo piano rispetto alla produzione scientifica. Perché l’impegno nel dibattito, lo schierarsi apertamente a favore di una certa posizione è considerato una macchia di cui l’accademico non deve sporcarsi? Questa disabitudine all’impegno, questa autoreferenzialità sono pericolose».
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