Covid, Abrignani: «I vaccinati sono contagiosi fino al 90% in meno»

Il membro del Cts: l’immunizzazione «riduce in modo impressionante sia il rischio di ospedalizzazione e morte, sia il numero di contagi»

I vaccinati sono contagiosi fino al 90% in meno. Ma il Covid-19 uccide anche i giovani. E gli eventi avversi sono lievi e rarissimi. Parola di Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano e membro del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) per l’emergenza Coronavirus. In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera Abrignani spiega che la vaccinazione «riduce in modo impressionante sia il rischio di ospedalizzazione e morte, che il numero di contagi. Dunque anche le possibilità di trasmettere il virus: se non sono positivo, non posso infettare altre persone». Il professore spiega che nelle fasi più pesanti della pandemia, sia in Italia che nel Regno Unito c’era un morto ogni 50 infettati.


Quanto sono contagiose le persone vaccinate?

«Ora – a 6 mesi e mezzo dall’inizio della campagna vaccinale e con una variante super diffusiva divenuta predominante – nel Regno Unito si stima circa un morto ogni 500 infettati», aggiunge. E si spiega con un esempio: «Pensiamo a un ambiente chiuso con uno o più positivi: se i presenti sono tutti vaccinati se ne infettano nel peggiore dei casi 65 su 100, se non sono vaccinati la percentuale può salire al 100 per cento. La variante Delta ha un R0 stimato di 5-8 (i soggetti che può contagiare un positivo), il ceppo di Wuhan aveva un R0 di 2,5 e la variante Alfa è a 4-5». Abrignani aggiunge che non è vero che negli under 40 i rischi dell’immunizzazione superano i benefici: «Lasciare un’intera fetta di popolazione non vaccinata può portare allo sviluppo di nuove varianti».


In più, i rischi legati a Covid-19 nei bambini non sono pari a zero: «In questo anno e mezzo i morti tra 0 e 19 anni sono stati 28, secondo dati dell’Iss. Con i vaccini possiamo evitare che se ne aggiungano altri. I minori con fragilità sono per fortuna pochi (pensiamo per esempio ai pazienti oncologici), ma non dimentichiamo che in Italia circa un bambino su dieci è obeso (9,4%) e l’obesità rappresenta uno dei fattori di rischio per le forme gravi di Covid». Infine, gli eventi avversi sono stati limitati: «Pensiamo alle trombosi rare collegate ai vaccini a vettore virale per le quali le Agenzie regolatorie hanno cambiato la destinazione per fasce di età. Quelli a mRna hanno mostrato un’efficacia e una sicurezza di altissimo livello e si sta studiando un loro possibile utilizzo anche nei bambini under 12».

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