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La Grande Guerra tra Gasparri e la Cina, il senatore: «Non mi scuso e denuncio tutti»

11 Agosto 2021 - 08:50 Redazione
Maurizio Gasparri
Maurizio Gasparri
Il senatore di Forza Italia tiene il punto sulla polemica con l'ambasciata: «Sono pronto a un dibattito con loro. Ci stanno?»

«Non ho niente di cui scusarmi! Ho visto che stanno montando una polemica utilizzando anche profili nati solo per questo, i miei collaboratori stanno verificando se ci sono toni passibili di denunce. Lo ribadisco: la Cina è una vergogna non per quello che dico io, che è trascurabile nel panorama mondiale, ma anche solo per quello che sostiene il presidente Biden“. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera tiene il punto sulla polemica con l’ambasciata cinese. E spiega che aver scritto in un tweet sulle Olimpiadi che la Cina è «la vergogna del mondo» e che è «un dovere disprezzarla» era solo una battuta. «Ma politicamente su questi temi io ho organizzato un convegno appena tre settimane fa, ospiti dall’ambasciatore Terzi a Francesco Zambon. E sono pronto a organizzare un dibattito pubblico con i loro dirigenti per confrontarci. Ci stanno? Io sono qui».

La Cina, insiste il senatore di Fi, «nega tutti i diritti al proprio popolo. Non pratica la democrazia. Non si vota. Si pratica la pena di morte. Si reprimono minoranze come gli Uiguri. Si inquina in maniera gigantesca nel totale silenzio del gretismo. Non ci sono diritti sindacali e sociali, viene praticata a livello planetario una concorrenza sleale da colossi pubblici cinesi che applicano il dumping per conquistare mercati con prezzi convenienti. Ciò che esportano supera di gran lunga in valore ciò che importano». E ancora: «Clonano prodotti e praticano contraffazione di marche e prodotti, anche italiani, venduti attraverso un colosso cinese del commercio elettronico. Sono un pericolo sotto il profilo cyber. Non hanno collaborato in modo esaustivo con organismi sanitari internazionali per verificare origine e diffusione del Covid. Che altro devono fare per meritare il biasimo?». Ma così non si rischia di legittimare la caccia al cinese? «I cinesi – replica Gasparri – non sono a rischio qui per quello che facciamo noi, ma per lo sfruttamento al quale spesso sono costretti, perfino bambini. Lavori senza regole, garanzie, protezioni. Per loro è una cosa normale. E dovrei essere io a vergognarmi?».

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