Kabul, rastrellamenti dei talebani casa per casa. In serata telefonata Draghi-Biden sull’evacuazione degli afgani. Atterrati a Fiumicino 103 rifugiati

Si intensificano gli scontri tra popolazione e milizie nel Paese. Intanto, i cinque siti web ufficiali dei talebani, attraverso cui la loro propaganda viene diffusa in diverse lingue, sono scomparsi dalla Rete

Proseguono le violenze in tutto l’Afghanistan. I gruppi armati di talebani, infatti, stanno «massacrando e torturando» appartenenti alla minoranza hazara del Paese in diversi centri abitati. La denuncia arriva direttamente da Amnesty International, che ha fornito dettagli sui rastrellamenti effettuati contro i civili. I fondamentalisti stanno setacciando casa per casa le abitazioni di membri di minoranze religiose e di famiglie con componenti che hanno partecipato alle attività delle Ong nel Paese prima del cambio al potere.


La telefonata Draghi-Biden

In serata il premier Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Usa Joe Biden. Stando a quanto si apprende, il colloquio si è incentrato sugli ultimi sviluppi e sulle implicazioni della crisi afghana, in particolare l’evacuazione dei connazionali e dei cittadini afghani vulnerabili, la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’assistenza umanitaria a favore della popolazione. Palazzo Chigi ha fatto sapere in una nota che sono state discusse anche le prospettive dell’azione della Comunità internazionale nei diversi contesti, a partire da G7 e G20, a favore della stabilità e dello sviluppo dell’Afghanistan.


Atterrato a Fiumicino un volo con 103 afghani

Fonte: Twitter Forze Armate Stato Maggiore Difesa

Prosegue il ponte aereo da Kabul a Roma, via Kuwait City, dell’Aeronautica militare organizzato dalla Difesa per permettere l’evacuazione di ex collaboratori afghani e loro familiari. Poco prima delle 23, è atterrato a Fiumicino un Boeing KC767 con 103 afghani a bordo. Tutti gli evacuati saranno ora sottoposti alla profilassi sanitaria anti-Covid. Dopo questo passaggio, saranno trasferiti nelle strutture appositamente individuate dal ministero.

Cinque siti web talebani spariscono da internet

Nelle ultime ore, i cinque siti web ufficiali dei talebani, attraverso cui viene diffusa la propaganda in diverse lingue, sono scomparsi da internet. Lo riporta il Washington Post. Non è chiaro se si tratti di un problema tecnico o di altro. La pista di un attacco hacker non è stata menzionata. Diversi esperti sono al lavoro per indagare sull’oscuramento dei siti. Il Washington Post spiega come tutte le pagine web coinvolte si avvalgano della protezione online della CloudFlare, una società californiana con base a San Francisco che si occupa di difendere i siti da possibili attacchi di pirati informatici. Site Intelligence Group, il sito che monitora l’attività di terroristi ed estremisti online e sui social, ha segnalato anche come numerosi gruppi WhatsApp usati dai talebani siano stati chiusi nelle ultime ore.

Guerini: «Tratti in salvo finora 1.500 afgani»

«Sono giorni senza sosta per le Forze Armate che stanno garantendo un’importante azione umanitaria. Il lavoro di squadra ha finora permesso di salvare oltre 1.500 afgani». A dirlo è il ministro della Difesa Lorenzo Guerini parlando dei primi buoni risultati dell’Operazione Aquila: una collaborazione importante «tra Difesa, Esterni, Interni e servizi di informazione». Secondo quanto riportato dal ministro sono circa 1.000 invece gli afgani arrivati in Italia negli ultimi 5 giorni e altri sarebbero all’aeroporto di Kabul in attesa di partire. «Il nostro impegno primario ora è il ponte aereo perché salvare chi ha collaborato con noi, con i nostri contingenti, i nostri diplomatici è un dovere», ha aggiunto il ministro. Della stessa opinione anche il console italiano Tommaso Claudi, che proprio dall’aeroporto di Kabul nelle scorse ore ha detto: «Le operazioni di tutela dei civili afgani in pericolo e la loro evacuazione rimangono ora l’obiettivo primario. In particolare le categorie più a rischio di donne e bambini».

Di Maio dialoga con la Cina

Secondo quanto riferiscono le indiscrezioni diffuse dall’agenzia Ansa, Il ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio avrebbe avuto un dialogo telefonico con il suo omologo cinese Wang Yi sulla delicata questione Afghanistan. Nella conversazione il titolare della Farnesina ha sottolineato il ruolo cruciale della Cina in questo momento, auspicandosi da parte della potenza asiatica la massima collaborazione. Nella telefonata di Maio ha anche ribadito l’impegno del governo italiano nella convocazione «di una riunione G20 ad hoc sull’Afghanistan» con tutti i leader nazionali.

Putin: «Dobbiamo impedire la fuga dei terroristi nei Paesi vicini»

EPA/EVGENY ODINOKOV / KREMLIN / SPUTNIK | Il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel

L’Afghanistan è stato uno dei temi più importanti discussi nel vertice tra Angela Merkel e Vladimir Putin che è stato organizzato a Mosca. Per il presidente russo ora gli obiettivi sono due: non far collassare lo stato afgano e impedire la fuga dei terroristi: «I Talebani ora controllano la maggior parte del Paese, inclusa Kabul, questa è la realtà e dobbiamo evitare la distruzione dello Stato afghano. Noi conosciamo il Paese molto bene, sappiamo quanto controproducente sia imporre altri modelli stranieri verso l’Afghanistan, non ha mai successo».

Il vertice Nato: «Sospeso ogni sostegno alle autorità afghane. Ora la priorità è l’aeroporto di Kabul»

I ministri degli Esteri dei Paesi che fanno parte della Nato si sono incontrati per fare il punto sulla situazione in Afghanistan. Al termine della riunione il segretario Jens Stoltenberg ha chiarito la posizione dell’alleanza sull’Afghanistan. Dalle sue parole si può capire quanto nei prossimi giorni sarà cruciale il ruolo dell’aeroporto di Kabul: «Quanto accade è una tragedia per gli afghani. La situazione in Afghanistan resta difficile ed imprevedibile. La priorità assoluta della Nato è trasferire la gente fuori dal Paese. La principale sfida che affrontiamo è fare in modo che le persone possano raggiungere ed entrare nell’aeroporto di Kabul».

Oltre a questo Stoltenberg ha chiarito che da questo momento la Nato non offrirà più nessun sostegno alle autorità afgane: «Nelle circostanze attuali, la Nato ha sospeso ogni sostegno alle autorità afghane. Qualsiasi futuro governo afghano deve aderire agli obblighi internazionali dell’Afghanistan; salvaguardare i diritti umani di tutti gli afghani, in particolare donne, bambini e minoranze; sostenere lo stato di diritto; consentire il libero accesso umanitario; e garantire che l’Afghanistan non serva mai più come rifugio sicuro per i terroristi».

Alla riunione ha partecipato anche il ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio. Le dichiarazioni diffuse dal suo ufficio stampa sono in linea con quelle del segretario Nato, l’unica nota in più riguarda il rischio che l’Afghanistan torni a essere il riparo di organizzazioni terroristiche: «Dobbiamo lavorare insieme affinché l’Afghanistan non diventi ancora una volta un terreno fertile per il terrorismo, minaccia per la sicurezza della comunità internazionale. Il rischio degli ultimi sviluppi in Afghanistan è quello di espandere le attività terroristiche in altre aree, dall’Iraq al Sahel, quindi dobbiamo mantenere alta l’attenzione».

Lacrimogeni sulla folla all’aeroporto di Kabul

L’aeroporto di Kabul continua a farsi teatro di scene drammatiche per i tentativi dei civili di scappare dal paese ormai da giorni assediato dai talebani. I militari presenti nell’area adibita alle partenze hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la folla che tentava di accedere allo scalo. Gli ulteriori tentativi di fuga da parte di moltissimi afghani si sono intensificati dopo che ieri il Pentagono ha annunciato che le operazioni di evacuazione dall’Afghanistan sarebbero state accelerate. Non è chiaro se si tratti di militari americani ad aver usato i gas lacrimogeni: secondo quanto riferito da un funzionario occidentale i soldati avrebbero anche sparato in aria per spaventare e allontanare la folla di persone.

Di Maio di fronte al Copasir

Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha sentito poche ore fa il ministro degli Esteri Luigi di Maio anche sulla questione Afghanistan. Secondo quanto riportato dal presidente del Copasir, Adolfo Urso, di Maio ha ripercorso le ultime tappe della vicenda «anche in relazione alle decisioni degli alleati» e all’improvviso «collasso delle istituzioni governative e dell’esercito afghano». Nel colloquio sono state affrontate poi le tematiche inerenti ai nuovi assetti internazionali, in particolare sui rapporti da avere con il mondo islamico e «le conseguenze sulle altre aree di interesse nazionale». Davanti al Copasir, organo del Parlamento con il compito di sorvegliare sull’operato dei servizi segreti italiani, il ministro degli Esteri ha poi illustrato le iniziative del governo italiano in merito alla presidenza di turno del G20.

Massacro nel Ghazni

Come riportato dalla Bbc, dall’inizio di luglio in tutta la provincia di Ghazni si stanno perpetrando violenze contro la popolazione, in particolare di minoranza hazara, terzo gruppo etnico del Paese. Secondo le testimonianze raccolte dall’emittente, dall’inizio di luglio sono state uccise nove persone dai talebani. Dall’esame delle prove raccolte da associazioni come Amnesty, inoltre, parte delle vittime sono state uccise durante le imboscate organizzate nei territori montuosi del territorio, dove alternavano incursioni e attacchi ai villaggi. «La brutalità a sangue freddo di questi omicidi è un promemoria del passato dei talebani e un orribile indicatore di ciò a cui si potrebbe andare incontro con un governo talebano», ha affermato la segretaria di Amnesty Agnès Callamard.

Emergenza umanitaria

«Abbiamo notizie ufficiose di talebani che entrano nelle case di ex attivisti, artisti e persone che si erano schierate in passato contro il regime talebano. I talebani entrerebbero nelle case di privati per cercare armi e documenti, che possono rovinare la loro reputazione in città», così in un briefing con la stampa il coordinatore medico del centro per feriti di guerra di Emergency, Alberto Zanin, ha fornito dettagli sull’andamento del conflitto nel Paese. «Ieri», ha proseguito Zanin, «sono arrivati nuovi feriti da arma da fuoco dall’aeroporto di Kabul, in tutto cinque o sei persone. Gli scontri in aeroporto sono una realtà ancora viva e presente: è l’unico posto in cui continua ad esserci caos e tensione. Si parla di diecimila persone che cercano di prendere voli di evacuazione».

Un nuovo volo atterrato a Fiumicino

Dopo l’arrivo del volo con 203 civili afghani a bordo, a Fiumicino è atterrato un altro aereo, stavolta con 103 persone evacuate ieri da Kabul. Il volo ha fatto scalo in Kuwait e i passeggeri assistiti dalla Onlus “Nove”. Anche per i nuovi arrivati occorrerà seguire la procedure anti Covid con obbligo di quarantena. A questo scopo i civili saranno trasportati da un bus dell’Esercito che porterà i profughi in strutture messe a disposizione dal Comando operativo.

ANSA/ US/ DIFESA | I cittadini afgani evacuati in uno dei voli arrivati a Fiumicino

La posizione di Teheran

«Crediamo che Teheran e Pechino, sulla base di un piano strategico, possano cooperare in Afghanistan a diversi livelli». A dirlo è Hossein Amirabdollahian, ministro degli Esteri designato del nuovo governo iraniano guidato dal fondamentalista Ebrahim Raisi. La politica di Teheran quindi segue quella cinese di collaborazione col governo dei talebati, già annunciata dal Rappresentante speciale della Cina per l’Afghanistan, Yu Xiao Yong. «Il popolo dell’Afghanistan ha dimostrato nel corso della storia che non tollererà mai un’occupazione e una dominazione straniera», ha aggiunto infine Amirabdollahian.

Leggi anche: