Sicilia in zona gialla da lunedì 30 agosto. La Sardegna a rischio

Terapie intensive al 12,1% e posti letto ordinari al 19,4%: la Sicilia verso la zona gialla con il monitoraggio del 27

La Sicilia in zona gialla da lunedì 30 agosto. E anche la Sardegna è a rischio e presenta numeri oltre le soglie. Dopo essersi salvata la scorsa settimana, l’isola governata da Nello Musumeci dovrebbe passare all’area con maggiori restrizioni in base ai dati del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute di venerdì 27. Che indicano l’occupazione dei posti in terapia intensiva al 12,1% e quelli ordinari al 19,4%, entrambi al di sopra dei limiti stabiliti dal governo Draghi nel decreto Covid (rispettivamente 10 e 15%). L’incidenza è intanto arrivata a 197 casi ogni centomila abitanti, ben oltre la soglia dei 50. Ieri era poi il giorno di chiusura dei dati trasmessi alla Cabina di Regia sull’emergenza Coronavirus.


Anche l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M. Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) pronostica numeri da zona gialla per la Sicilia: «Nonostante l’aumento dei posti disponibili ufficiali nei reparti ordinari e in quelli di terapia intensiva, la Sicilia – rileva Sebastiani- è oltre le rispettive soglie del 15% e 10% per occupazione di posti e quindi, a rigore, dovrebbe essere dichiarata zona gialla venerdì 27 agosto, con entrata in vigore effettiva lunedì 30 agosto». Valori quasi da zona gialla per la Sardegna, dove le percentuale dei ricoveri è del 14% nei reparti ordinari e dell’11% nelle terapie intensive. In Calabria frena intanto la crescita dei posti occupati nei reparti ordinari e in terapia intensiva, con valori attuali rispettivamente del 15% e del 6% circa.


Per Sebastiani l’epidemia sta tornando a crescere anche a livello nazionale: «Dopo aver stazionato su un plateau per circa dieci giorni, l’analisi delle differenze settimanali della curva dei positivi totali rivela negli ultimi quattro giorni una ripresa del contagio. Da confermare con i dati dei prossimi giorni», osserva il matematico. Sempre a livello nazionale, prosegue, «continua la frenata della crescita della curva media degli ingressi giornalieri nelle unità di terapia intensiva, che dovrebbe raggiungere il massimo tra 5-7 giorni». Si notano poi «minimi segni iniziali di frenata della crescita della curva media dei decessi a livello nazionale, che dovranno essere confermati dai dati dei prossimi giorni».

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