I medici No vax messi a fare i centralinisti, i casi nel Lazio. Aumentano i sanitari pentiti in Liguria

Nel Lazio gli operatori sanitari vengono ricollocati nelle attività di prenotazione CUP. In Liguria scendono i numeri dei non vaccinati

Medici, infermieri e operatori socio-sanitari che continuano a rifiutare il vaccino vengono sospesi nel Lazio. Oppure destinati ad altri incarichi. A Frosinone 22 irriducibili sono stati ricollocati in servizi non a contatto con il pubblico e che si possono svolgere con il telelavoro, come il programma di prevenzione delle ondate di calore, il richiamo in programmi screening, le attività di prenotazioni CUP. Ovvero sono stati messi al centralino. E per alcuni si pensa anche al licenziamento. «Noi applichiamo la normativa come obbligo di legge e come obbligo morale per la tutela della salute pubblica, ma sospendere è una cosa che non facciamo certo a cuor leggero – ha dichiarato a Repubblica Roma il direttore generale dell’Asl di Frosinone, Pierpaola D’Alessandro – perciò esprimo soddisfazione per la notizia che vari operatori abbiano provveduto a regolarizzare la propria posizione e auspico che tutti gli altri facciano altrettanto, poiché le persone interessate possono aderire alla vaccinazione in ogni fase della procedura».


Ma il cambio di verso a causa del rischio di licenziamento non riguarda solo il Lazio. In alcune aziende sanitarie della Liguria i numeri degli operatori sanitari non immunizzati sono scesi. È il caso del Policlinico San Martino, dove 49 dipendenti, il 19 agosto, non risultavano vaccinati regolarmente, mentre una settimana dopo il numero è sceso a 42. «Molti cambiano idea, davanti alla prospettiva di essere sospesi dal lavoro», spiegano all’edizione genovese del quotidiano alcuni colleghi dei “convertiti” alla vaccinazione. E così è successo anche all’ospedale pediatrico Gaslini, dove i procedimenti avviati sono scesi, in una settimana, da 9 a 5.


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