I No Green Pass negano il flop del blocco dei treni: «È stato un successo enorme»

L’admin del canale Telegram “Basta Dittatura” tiene duro: «Eravamo migliaia, se la manifestazione non fosse efficace i media non avrebbero parlato di fallimento»

«Non è stato assolutamente un flop ma un successo enorme. Ed è solo l’inizio»: parola dell’admin del canale Telegram Basta Dittatura, 45 mila iscritti e organizzatore della manifestazione del primo settembre che doveva nelle intenzioni bloccare i treni nelle stazioni per protesta contro l’obbligo di Green Pass per viaggiare. E questo perché «con TUTTI i canali di manipolazione che terrorizzano da giorni le persone per non partecipare alle proteste, non avendo nessuna struttura sul territorio, nessun finanziamento di partito, siamo riusciti a fare un’azione mai pensata con migliaia di persone in tutta Italia che hanno partecipato!». Anche se a giudicare dai video forse “migliaia” non erano.


Anche se qualcuno si permette di fare il disfattista e scrive: «Alla stazione di Roma Termini non c’era nessuno, basta pagliacciate per favore», oppure «Ero andato a Garibaldi, ma c’era solo la polizia» e ancora, «questo gruppo non è più gestito da amministrazione responsabile». Ma l’admin tira dritto e annuncia anche una seconda manifestazione davanti alla stazione di Porta Garibaldi, che però finisce in un ulteriore flop. Se il giorno prima si erano palesati poche decine di manifestanti, quello dopo non viene nessuno a bloccare i treni a lunga percorrenza di tipo Alta velocità e Intercity, E la convocazione va completamente deserta, anche se lo scalo resta presidiato da personale della Digos e agenti del Reparto mobile della Questura.


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Uno dei messaggi nella chat telegram Basta Dittatura!

Ma Basta Dittatura non ha intenzione di arretrare. Anche perché è convinto di stare vincendo: «Se quello che state facendo non fosse efficace contro la dittatura, allora tutti i canali di manipolazione non avrebbero parlato dicendo che è un flop. Ci avrebbero semplicemente ignorato. Pensateci!». Anche se, spiega oggi la Repubblica, dentro la chat c’è anche chi è entrato per il gusto di contestare i no vax e chi invece, addirittura, accusa i gestori del gruppo di essere dei mezzi “infiltrati” che appositamente alzano la tensione con proclami roboanti per provocare la reazione del “Sistema”, difeso dai “nazipoliziotti”.

Le indagini

Intanto sul fronte delle indagini gli agenti della Polizia postale sono al lavoro sulle chat battagliere dei no vax per dare un nome e un volto a chi scrive, laddove si profilassero eventuali reati. Le difficoltà sono dovute al fatto che Telegram è una piattaforma che non ha sede in Italia e ci sono quindi anche problemi connessi alla legislazione applicabile. Ma gli avvertimenti nei confronti di politici, esperti e giornalisti proseguono. Tra gli ultimi ad essere finiti nel mirino dei no vax ci sono anche il giornalista della Gazzetta di Modena Giovanni Balugani e il direttore del quotidiano Giacomo Bedeschi, dopo alcuni articoli che i giornalisti avevano pubblicato sull’argomento. Sulla pagina Facebook del quotidiano sono apparsi una serie di commenti con minacce offese e espressioni come “bugiardi nazisti” e lo stesso cronista Balugani ha ricevuto alcuni messaggi privati.

E l’ennesima protesta è partita ieri a Napoli, dove un gruppo di circa duecento persone, aderenti a varie sigle, ha manifestato all’esterno dell’auditorium del Centro Direzionale, dove il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, stava incontrando i dirigenti scolastici della regione in vista delle novità legate al Covid per l’inizio del nuovo anno. Tra gli slogan, ‘Green pass uguale nazismo’, ‘Basta col terrorismo di Stato’. Si ricorda anche Giuseppe De Donno, il medico di Mantova che aveva applicato la terapia col plasma iperimmune per combattere Covid-19, morto suicida a luglio.

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