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Femminicidio a Noventa Vicentina, arrestato l’ex marito di Rita Amenze: era stato già condannato per violenze

11 Settembre 2021 - 15:15 Redazione
È il sesto femminicidio che si consuma in Italia nell’ultima settimana. La vittima, arrivata dalla Nigeria nel 2017, è stata uccisa con quattro colpi di pistola

Rita Amenze aveva 30 anni. Quattro anni fa, lasciava la Nigeria per cercare condizioni lavorative migliori. Aveva trovato un’occupazione a Noventa Vicentina, piccolo comune di 9 mila abitanti. Qui viveva insieme a Pierangelo Pellizzari, 61 anni, disoccupato e con una condanna nel casellario giudiziale proprio per le violenze inflitte alla ex. Quattro mesi per minacce e lesioni. Nel 2018, l’uomo e Amenze, rifugiata, si erano sposati. Ieri mattina, 10 settembre, Pellizzari l’avrebbe uccisa con quattro colpi di pistola – tre le hanno sfigurato il volto e da uno alle spalle – fuori dall’azienda dove Amenze era assunta. È il sesto femminicidio che si consuma in Italia nell’ultima settimana.

Era già qualche mese che i due non condividevano più la stessa casa: Amenze era andata via poiché le liti continue erano diventate insostenibili. Alla base del conflitto la volontà di lei di far arrivare in Italia i suoi suoi tre figli, rimasti in Nigeria. La fuga di Pellizzari è finita nel primo pomeriggio di sabato, intorno alle 14, quando è stato arrestato dai carabinieri. L’uomo si era barricato, ancora con la pistola in tasca, in una abitazione di Villaga, a poca distanza dalla casa di via Quargente dove la coppia risiedeva. Pellizzari, che avrebbe passato la notte in un casolare della zona, ha cercato di intrufolarsi nella sua abitazione da una finestra che si affaccia sul pollaio di casa. I Carabinieri, che sorvegliavano da ieri il luogo, hanno sentito alcuni rumori, sono entrati e hanno sorpreso e arrestato l’omicida. A differenza di quanto si era appreso, quando è stato bloccato Pellizzari non era armato.

Dopo l’agguato, era fuggito prima a bordo della sua Jeep grigia, poi aveva cambiato mezzo e si era allontanato con la Vespa per poi far perdere le sue tracce nelle campagne a piedi. Quanto all’arma da fuoco di cui è stato trovato in possesso, Pellizzari non poteva detenerla: nel 2008 i carabinieri del paese avevano inviato una relazione in Questura per i suoi atteggiamenti violenti e si era proceduto alla revoca del porto d’armi, L’uomo faceva la spola tra casa e Comune, dove riceveva i sussidi che gli consentivano di mantenersi. Qualche volta riusciva a trovare impieghi occasionali come operaio edile. Capelli lunghi, orecchino pendente con una croce d’oro e un carattere spesso prepotente che gli avventori dei bar del paese ricordano bene.

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