Rincari su benzina e materie prime: in autunno +22% in bolletta per l’elettricità, +30% per il gas

Per ogni famiglia, il costo dei rifornimenti per l’auto, in un anno, aumenterà di circa 300 euro

Due elementi stanno contribuendo ai rialzi dei costi di benzina, delle spese per le bollette e dei prezzi al supermercato: le difficoltà del settore logistico, sollecitato particolarmente dall’emergenza Coronavirus, e dal rincaro delle materie prime. Così, alle porte di uscita dalla crisi economica, l’autunno riserva una stangata per consumatori e famiglie. «Dalle aspettative di inflazione degli operatori economici ad agosto sono emerse indicazioni di nuovi incrementi dei prezzi per i prossimi mesi», scrive l’Istat. Già ad ottobre, secondo gli esperti, le utenze domestiche potrebbero avere un costo maggiorato «del 22% per l’elettricità e del 20% per il gas», spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, alla Stampa. «Questo inverno rischiamo di rimanere senza gas». A pesare, oltre la «molta speculazione», le basse forniture dalla Russia e dalla Norvegia. «Anche con un intervento del regolatore sulla falsariga di quanto è stato fatto a luglio – conclude Tabarelli – sarà difficile contenere sotto il 15% l’incremento delle tariffe».


Su gli alimentari, cereali, carni, latte e oli

Meno incisiva la crescita dei prezzi sugli scaffali del supermercato. Al momento, l’Istat segnala che ad agosto il rincaro degli alimentari è stato dello 0,8%, ma a preoccupare è il trend al rialzo. Coop Italia, negli scorsi giorni, ha lanciato un allarme su un aumento dei listini dei fornitori «tra il 5 e il 10%». Stima non smentita da Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione: «Ad alcune aziende della distribuzione sono arrivati listini con aumenti importanti, a doppia cifra. Ma noi saremo vigili per evitare che tra i produttori ci sia la tentazione di proteggere i bilanci, mettendo a repentaglio una ripresa duratura». I prodotti più interessati dal rincaro sarebbero quelli a base di cereali – come pasta, farina, biscotti – carni, latte e oli. «Impoverire il consumatore con aumenti di prezzo vuol dire frenare la ripresa del Paese – ricorda Frausin -, visto che il largo consumo incide per il 22,5% del Pil».


300 euro in più all’anno per i rifornimenti

I lockdown e, in generale, la scarsa mobilità causata dalle restrizioni imposte con il Covid, aveva avuto l’effetto di calmierare i prezzi del carburante. Tregua finita: da maggio, gli aumenti di benzina e diesel hanno superato la percentuale del 4%. Per le famiglie, ciò si traduce in un aggravio annuale di 300 euro in spese per i rifornimenti: a rilevarlo il Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori. I prezzi dei carburanti salgono non soltanto perché la materia prima, il petrolio, in un solo anno ha recuperato tantissimo: si è passati dai minimi di 18 dollari al barile di marzo 2020 ai 69,41 dollari odierni. Ma anche perché due terzi del costo di benzina e diesel sono rappresentati dai balzelli fiscali.

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