L’ivermectina e l’esempio del paracadute, ecco alcune tesi del convegno leghista al Senato

I relatori del Movimento Ippocrate cercano di giustificare le loro scelte, ammettendo di non aver mai svolto uno studio scientifico per provare le loro teorie

Durante il convegno International Covid Summit, organizzato al Senato dalla leghista Roberta Ferrero con la benedizione del senatore Alberto Bagnai, il fondatore del Movimento Ippocrate Mauro Rango ci ha spiegato la differenza tra l’approccio scientifico dello studio clinico tradizionale e quello della “medicina ancorata alla realtà” per giustificare l’uso di medicinali non approvati contro la Covid, tra questi l’ivermectina. Matteo Salvini, leader della Lega, ha preso le distanze dall’evento.


Mauro Rango, che non è un medico come lui stesso precisa, ritiene che ci siano nella comunità scientifica due diversi schieramenti contrastanti: quelli che sostengono l’approccio “tradizionale”, attraverso gli studi controllati e randomizzati, e quelli che sostengono la “medicina ancorata alla realtà clinica”, ossia quella basata sull’esperienza (anche solo quella di terzi, non per forza la propria).


Lo studio randomizzato sui paracadute

Secondo Rango, in uno stato di emergenza «l’approccio tradizionale di studio randomizzato perde di significato». A questo punto pone l’esempio del paracadute. Sulla base della nostra esperienza, o comunque quella vissuta da altri o raccontata in qualche film di azione, non ci pensiamo due volte ad indossare un paracadute nel caso ci trovassimo a bordo di un aereo mentre precipita al suolo. Secondo il fondatore di Ippocrate, di fronte all’evidente emergenza non attendiamo uno studio randomizzato prima di indossare il paracadute, pena la morte.

Per dare manforte all’approccio del Movimento Ippocrate, Rango insiste nel dire che nessuno ha mai svolto uno studio randomizzato sui paracadute facendone indossare 100 veri e 100 pieni di stracci a 200 volontari da lanciare nel vuoto per vedere chi sopravvive. Un esempio sbagliato, per due motivi: il paracadute non sono farmaci, inoltre gli studi sulla loro sicurezza sono altri.

Per assurdo, esiste uno studio randomizzato sull’utilizzo dei paracadute pubblicato dal British Medical Journal. Non è una bufala, è una pubblicazione vera e propria per spiegare, attraverso l’ironia, l’efficacia degli studi controllati. Per farvi comprendere il tutto, riportiamo di seguito la foto di una partecipante allo studio mentre salta da un aereo con uno zaino vuoto.

Humor inglese a parte, il paracadute non è stato inventato dall’oggi al domani. Dai disegni di Leonardo Da Vinci al primo paracadute funzionante e sicuro sono passati secoli. Quei paracadute nell’aereo citato da Rango sono già stati studiati e testati per quella specifica funzione, diverso discorso è per un farmaco antiparassitario come l’ivermectina contro la Covid.

Le critiche alla Lombardia leghista e il confronto con le Mauritius

Secondo Mauro Rango, da marzo ad aprile 2020 ci sono stati due problemi in Italia. Sostiene, di fronte alla senatrice leghista Ferrero, che in Lombardia non ci siano state terapie precoci contro la malattia ottenendo di conseguenza un elevato tasso di letalità. Ricordiamo che la Lombardia è guidata dall’amministrazione leghista di Attilio Fontana.

Mauro Rango sostiene che all’estero qualcuno abbia in qualche modo sconfitto la Covid, al contrario della Lombardia. Cita come esempio le Mauritius, luogo dove risiedeva durante la prima ondata della malattia nel 2020, e dell’uso del plasma iperimmune. Le sue affermazioni erano già state contestate in passato, a seguito di un messaggio Whatsapp diventato virale.

Secondo quanto dichiarato al Senato, accusando i mezzi di informazione italiani di non aver mai fatto seguito alle sue segnalazioni dell’epoca, le Mauritius sarebbero uscite dalla pandemia con un totale di 9 decessi grazie alle terapie precoci, all’idrossiclorochina e il plasma iperimmune. La fonte di tale affermazione sarebbe un intervento televisivo del primo ministro delle Mauritius.

Sulla base della propria esperienza, secondo Mauro Rango ci sono delle realtà come le Mauritius che dimostrerebbero come la Covid sia «una malattia curabilissima dalla quale non si poteva morire». In data 13 settembre 2021, le Mauritius stanno affrontando una “seconda ondata” di gran lunga più grave rispetto alla prima del 2020, con un numero maggiore di decessi.

Sono aumentati anche i decessi, come possiamo vedere dal seguente grafico. Tuttavia, i dati vanno spiegati con il giusto peso.

Come possiamo notare dai grafici relativi ai casi positivi e i decessi Covid, le Mauritius non hanno affrontato una pandemia come quella riscontrata nella sola Lombardia a guida leghista. Parliamo di un’isola più piccola della Valle d’Aosta con una popolazione che non raggiunge nemmeno il numero degli abitanti di Milano. Come abbiamo avuto modo di apprendere durante la pandemia, i focolai non vengono riscontrati in maniera omogenea nel territorio di un Paese.

Ad oggi, 14 settembre 2021, secondo i dati pubblicati dall’OMS, i casi totali confermati da inizio pandemia sono 13.289, 43 i decessi e quasi un milione e mezzo di dosi somministrate dei vaccini anti Covid.

Il confronto tra la Lombardia e le Mauritius, così come il solo citare il Paese africano come esempio, non risulta utile per sostenere l’uso di determinati medicinali e del plasma iperimmune abbiano permesso al Paese di uscire dalla pandemia.

L’ivermectina non è un paracadute contro la Covid

Come possiamo sapere se l’ivermectina abbia avuto effetto sui malati Covid rispetto a un placebo o a qualunque altro farmaco usato dai medici aderenti al Movimento Ippocrate? Secondo la Dott.ssa Rosanna Chifari Negri, a capo insieme al Dott. Fabio Burigana del comitato medico scientifico del Movimento Ippocrate, tale farmaco sarebbe stato demonizzato anche dalla FDA americana.

La Dott.ssa Chifari ha contestato il tweet della FDA dove sconsigliava, in maniera ironica, l’uso dell’ivermectina contro la Covid. Secondo la Dott.ssa, l’affermazione dell’ente americano sarebbe «privo di fondamento scientifico» siccome il farmaco non verrebbe usato solo per i cavalli, ma anche per gli esseri umani.

Il tweet della FDA riporta un link al proprio sito ufficiale dove vengono spiegati i motivi di tale comunicazione. L’ente americano spiega che il farmaco è approvato per uso umano per il trattamento di infezioni causate da alcuni parassiti, ma questo non significa che sia efficace contro la Covid. Dalle segnalazioni ricevute, alcuni pazienti che avevano utilizzato l’ivermectina sono state ospedalizzate dopo aver fatto uso del farmaco in automedicazione.

Secondo le slide del Movimento Ippocrate la FDA non riporta studi sull’ivermectina e la Covid («FDA = 0 studies»)

La stessa FDA riporta che sono in corso diversi studi clinici per valutare l’utilità dell’ivermectina contro la Covid. Alcuni di questi risultano conclusi tra il 2020 e il 2021, ma senza dimostrare l’efficacia contro la malattia.

Leggi anche: