Monitoraggio Gimbe, calano contagi e ricoveri. Ancora allarme over 50: 3 milioni senza nemmeno una dose di vaccino

Sul fronte delle cure domiciliari Gimbe definisce «inaccettabile» la presa di posizione di medici e politici «che, sovvertendo il metodo scientifico, inducono le persone a rifiutare vaccini efficaci e sicuri»

Il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe sulla situazione Covid in Italia registra un calo sia di contagi sia di ricoveri. Nel periodo dall’8 al 14 settembre il report segnala numeri in diminuzione dei casi positivi: da 39.511 del monitoraggio precedente ai nuovi 33.712, con solo 2 regioni in cui cresce il dato degli attualmente positivi. «Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali», commenta il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, «sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.816». Sul fronte del tasso di incidenza scendono a 56 le Province con un numero pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Sicilia e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Solo in due Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitantiSiracusa (178) e Messina (168).


In sette giorni 389 decessi per Covid-19

Negli ultimi 7 giorni il dato sui decessi riporta 389 decessi per Covid-19, (417 nel report precedente) con una media giornaliera di 56 rispetto ai 60 della settimana precedente. In lieve riduzione anche l’occupazione degli ospedali: dopo 8 settimane il tasso registrato scende al 3,3% in area medica e all’1,6% nelle intensive. Nei reparti ordinari le persone ospedalizzate sono 4.165 contro i 4.307 del monitoraggio scorso, per le aree critiche si scende a 554 ricoverati contro i 563. A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), anche se persistono notevoli differenze regionali: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (21%) e Calabria (17%); per l’area critica sopra la soglia del 10% Marche (13%), Sicilia (11%) e Sardegna (11%). «Iniziano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva», spiega Marco Mosti, direttore operativo di Gimbe, «con una media mobile a 7 giorni di 36 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente».


L’impatto delle vaccinazioni su decessi e ricoveri

Sul tema vaccinazioni Gimbe riporta una frenata delle prime somministrazioni: 200 mila in meno rispetto alla settimana precedente. «Nonostante la considerevole disponibilità di dosi il numero di prime somministrazioni, dopo tre settimane di stabilità intorno a quota 720-750 mila, nell’ultima settimana è sceso a 525 mila» ha spiegato Cartabellotta. «In attesa di conoscere gli effetti dell’estensione dell’obbligo del Green pass, è evidente che le attuali strategie della campagna non riescono a contrastare l’esitazione della popolazione ancora non vaccinata» ha continuato il presidente. E a proposito di vaccinazioni a rilento, continua a preoccupare ancora la fascia degli over 50: complessivamente 3,9 milioni di over 50 (14,4%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, con rilevanti differenze regionali, dal 17% della Calabria al 6,7% della Puglia. 3,03 milioni sul totale non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.

Eppure i dati che confermano l’efficacia dei vaccini sono evidenti anche in questo ultimo report: si registra il 96,3% di riduzione dei decessi, il 93,4% dei ricoveri ordinari evitati e il 95,7% di rischio in meno di finire in terapia intensiva. «Con l’arrivo dell’autunno e la riapertura delle scuole gli oltre 9 milioni di non vaccinati alimenteranno la circolazione del virus e l’aumento delle ospedalizzazioni», continua Gimbe, che definisce anche «inaccettabili» le sponsorizzazioni delle cure domiciliari per il virus. «Non possiamo accettare la presa di posizione di personaggi pubblici tra cui anche medici e politici che, sovvertendo il metodo scientifico, inducono le persone a rifiutare vaccini efficaci e sicuri e a fidarsi di protocolli terapeutici non autorizzati o di farmaci dannosi e controindicati».

Leggi anche: