Monitoraggio Gimbe, in 9 Regioni contagi in aumento. Ancora 3,4 milioni di over 50 senza neanche una dose

Mentre sui vaccini si rilevano ancora 3,4 milioni di over 50 senza neanche una dose. E ad aprile, nei vaccinati più giovani, viene registrato persino un calo dell’efficacia contro il contagio (colpa forse delle poche precauzioni)

Dal 25 al 31 agosto 2021 Gimbe rileva una sostanziale stabilità dei nuovi casi settimanali di Covid anche se, rispetto alla settimana precedente, in ben nove regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi. In 12 regioni, poi, crescono gli attualmente positivi. Sul fronte ospedaliero, invece, frena l’aumento dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva, pari al 5,4 e al 7,9 per cento rispetto alla settimana precedente. Nel dettaglio, i ricoveri in terapia intensiva sono stati 544 rispetto ai 504 della settimana prima, pari al 7,9 per cento. I ricoverati con sintomi sono stati 4.252 rispetto a 4.036, pari a +5,4; i nuovi casi 45.134 rispetto ai 45.251, pari a -0,3; i decessi 366 rispetto 345. «Rimangono stabili – ha spiegato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – i nuovi casi settimanali, sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 6.448. I casi sono tuttavia sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla limitata attività di tracciamento dei contatti».


Oltre all’aumento percentuale dei nuovi casi in nove regioni, si segnala anche che in 67 province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto tutte le province raggiungono o superano questa soglia. Sono 11 le province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Enna (310), Siracusa (270), Caltanissetta (261), Ragusa (252), Cagliari (210), Catania (191), Palermo (172), Reggio Calabria (167), Messina (164), Trapani (162) e Sud Sardegna (156). In termini assoluti, secondo Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari del Gimbe, «il numero di pazienti Covid in area medica è passato da 1.088 del 16 luglio a 4.252 del 31 agosto (+291 per cento) e quello nelle terapie intensive da 151 del 14 luglio a 544 del 31 agosto (+260 per cento)».


Vaccini, 3,4 milioni di over 50 ancora senza nemmeno una dose

A far preoccupare sono soprattutto i dati sui vaccini. Troppi scettici, soprattutto tra gli over 50. Secondo il monitoraggio Gimbe, infatti, risalgono le prime dosi di vaccino anti Covid, che si attestano intorno al 40 per cento. A fronte di quasi 8 milioni di dosi disponibili in frigo, restano ancora 3,4 milioni di over 50 senza alcun vaccino. I dati si riferiscono sempre al periodo 25-31 agosto 2021. Sul fronte delle forniture nelle ultime 4 settimane è stata sfiorata quota 15 milioni di dosi a fronte di 10,1 milioni delle 4 settimane precedenti. Il 71,9 per cento della popolazione (42.609.377) ha ricevuto almeno una dose (+841.834 rispetto alla settimana precedente) e il 63,9 per cento (37.882.252) ha completato il ciclo vaccinale (+1.195.342). In aumento, solo nell’ultima settimana, il numero di somministrazioni: 270mila il 31 agosto contro i 199mila del 20 agosto (anche se erano oltre 592mila il 28 luglio). L‘87,8 per cento degli over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino ma con evidenti differenze tra regioni e regioni: si passa dal 92,4 per cento della Puglia all’81,4 della Sicilia (già in zona gialla). Gli over 50 senza copertura vaccinale sono 4,4 milioni di cui 3,34 milioni (12,2 per cento) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. Si passa dal 18,6 per cento della Sicilia al 7,6 della Puglia. Bene, invece, gli under 50: forte risalita per la fascia 12-19 mentre quella 20-29 supera le percentuali di copertura delle fasce 30-39 e 40-49.

Nei vaccinati (giovani) ad aprile cala l’efficacia contro il contagio

Gimbe, inoltre, rileva che l’efficacia del vaccino, da aprile ad oggi, per chi ha ricevuto due dosi, rimane stabile e comunque superiore al 94 per cento nel ridurre i decessi e le forme gravi della malattia. Si registra, invece, «una riduzione nei confronti di infezioni asintomatiche e forme lievi di malattia che non necessitano di ricovero» per quanto riguarda le diagnosi di SARS-CoV-2. Infatti l’efficacia si riduce dall’88,5 al 79,7 per cento. E questa riduzione riguarda soprattutto i giovani che probabilmente hanno usato meno precauzioni. Al 22 agosto l’efficacia è del 67,4 per cento nella fascia 12-39 anni e del 77,1 in quella 40-59 anni (al 4 luglio erano rispettivamente 79,8 per cento e 80,8). Quindi, visto che negli over 60 l’efficacia sulla diagnosi si mantiene superiore all’85 per cento «è verosimile che tra i più giovani abbiano influito durante il periodo estivo la maggiore occasione di contatti sociali e una minore attenzione ai comportamenti individuali, che restano fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate».

Foto in copertina: ANSA/ANGELO CARCONI

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