La Sicilia verso un’altra settimana in zona gialla, Sardegna e Calabria in bilico: chi rischia di lasciare la zona bianca

La curva dell’epidemia in Italia conferma la tendenza a una leggera risalita, soprattutto per quanto riguarda ricoveri e decessi

È ancora la Sicilia, prima ad aver lasciato la fascia bianca, in zona gialla dal 30 agosto, la regione italiana con i numeri peggiori rispetto ai ricoveri nei reparti ordinari e in terapia intensiva di pazienti malati di Covid-19. Finora è l’unica che ci resterà almeno fino al 12 settembre – ieri primo settembre contava 6.503 nuovi contagi. La curva dell’epidemia in Italia conferma la tendenza a una leggera risalita, soprattutto per quanto riguarda ricoveri e decessi, mentre la variante Delta è ormai responsabile del 98,5% dei contagi. Considerando il rapporto fra il totale dei casi e i soli tamponi molecolari, il tasso è del 5,1%. Sebbene i nuovi decessi di mercoledì primo settembre siano stati 69 contro i 75 del giorno precedente, la tendenza su base settimanale resta quella di un progressivo aumento, come si rileva nel sito Covid Trends.


Le soglie di occupazione dei posti letto sotto osservazione

Una tendenza all’aumento, sebbene più lieve, si osserva anche nei ricoveri, sia in quelli nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive. Mentre a livello nazionale la soglia di occupazione dei posti letto tra i pazienti gravi è del 6% e in area medica del 6%, ci sono Regioni che registrano incrementi importanti. Tra queste innanzitutto la Sicilia con 13% di occupazione nelle terapie intensive e 23% nei reparti Covid, seguita dalla Sardegna con le terapie intensive al 12% e le aree mediche al 14% e dalla Calabria con il 9% dei posti letto occupati tra i pazienti gravi e il 17% invece nei reparti Covid. Si avvinano intanto alla soglia d’allerta del 10% sulle terapie intensive la Toscana e le Marche con il 9%. Entrambe però hanno sogli di occupazione dei posti letto nelle aree mediche al di sotto del 9%.


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