La storia dell’ivermectina anti Covid e dei vaccini che scadono a ottobre è una bufala

Una catena di messaggi su Whatsapp proveniente dalla Francia sostiene che i vaccini siano ormai in scadenza per essere sostituiti ottobre scadranno e verranno sostituiti dall’antiparassitario. Naturalmente è tutto falso

Questa curiosa storia parte dalla Francia e arriva in Italia tramite il passa-parola su WhatsApp. Tutto comincia col post Facebook di un medico francese, Dominique Rueff, che nel luglio 2021 fraintese un comunicato della Commissione europea. Si parlava di trovare potenziali farmaci per il trattamento degli ospedalizzati positivi al nuovo Coronavirus. La narrazione poi si evolve, con l’annuncio che a ottobre l’Ue avrebbe introdotto cinque terapie che avrebbero reso i vaccini obsoleti. Viene tirata in mezzo anche l’ivermectina, la quale sarebbe riconosciuta come valida cura della Covid-19 dal prestigioso Istituto Pasteur, grazie a uno studio che ne dimostrerebbe l’efficacia non sull’uomo, ma sui criceti. Eppure, secondo questa narrazione, quelli approvati provvisoriamente perché «sperimentali», sarebbero i vaccini. Ovviamente si tratta di un racconto che distorce totalmente i fatti.

Per chi ha fretta:

  • Gli studi di terza fase che dimostrano l’efficacia dei vaccini approvati da EMA e FDA sono di gran lunga meno limitati e più sperimentati rispetto all’ivermectina.
  • L’Istituto Pasteur non ha mai riconosciuto la validità dell’ivermectina come farmaco efficace contro la Covid-19.
  • L’Unione europea non ha mai trovato cinque cure contro la Covid-19, si impegna solo a riconoscere entro ottobre 5 terapie promettenti per il trattamento degli ospedalizzati.
  • Non è noto alcun farmaco capace di prevenire l’infezione o l’insorgere dei sintomi gravi nei positivi al SARS-CoV-2.
  • La prevenzione dell’infezione è generalmente possibile solo coi vaccini e il rigido rispetto delle norme di distanziamento sociale, i vaccini in particolare sono gli unici a prevenire, con rare eccezioni, l’insorgere di sintomi gravi.

Analisi

Analizziamo ora il testo pervenutoci tradotto in italiano, che sta circolando soprattutto tramite WhatsApp, da voi recentemente segnalatoci.

«DA DISTRIBUIRE A TUTTI coloro che non vogliono essere “vaccinati”. Tutti i vaccini non saranno più giustificati dal 20/10/2021: informazioni verificate. L’Unione Europea ha approvato 5 terapie che saranno disponibili in tutti gli ospedali degli Stati membri per curare il Covid. Queste terapie sono approvate con decreto del Consiglio Europeo (Parlamento Europeo) e saranno operative dal 1/10, quindi verranno distribuite a poco a poco intorno al 20/10. I vaccini sono stati approvati su “base sperimentale provvisoria”, ma visto che per decreto ci sarà l’obbligo di prescrivere questi 5 nuovi farmaci, l’uso del vaccino cesserà».

Qui si riprende e distorce una notizia vera del 29 giugno 2021, quando è stato annunciato l’impegno da parte dell’Unione europea di trovare 10 farmaci promettenti contro la Covid-19, a cominciare dai primi cinque a ottobre: un immuno-soppressore, il baricitinib, già usato contro l’artrite reumatoide, e quattro anticorpi monoclonali. Nessuno parla di cure, bensì di terapie promettenti. Sicuramente niente che possa avere una funzione di prevenzione della malattia o che garantisca la pronta guarigione degli ospedalizzati a prescindere dalle condizioni di partenza. La mappatura dei farmaci affidata alla HERA (Health emergency preparedness and response authority), potrebbe giungere a buon punto non prima della metà del 2022.

«L’elenco iniziale di cinque terapie è un’istantanea delle terapie COVID-19 più avanzate in termini di sviluppo. Queste terapie sono già in fase di valutazione da parte dell’EMA, e possono teoricamente essere approvate entro la fine dell’anno, se i dati clinici confermeranno che sono sicure ed efficaci – spiega il comunicato della Commissione europea – La Commissione sta inoltre lavorando a un quadro per un portafoglio di terapie più ampio e diversificato con l’aiuto del gruppo di esperti HERA sulle varianti. Inizialmente sarà un elenco di almeno 10 terapie ed evolverà in una mappatura continua dello sviluppo terapeutico».

La narrazione, che rimandando a una pagina Web dell’Ue si definisce quindi «informazione verificata», sembra più un appello agli indecisi a non cedere e non farsi vaccinare. Cosa piuttosto grave e pericolosa, se pensiamo che in realtà serve come esca per far passare l’idea, che tra questi cinque farmaci potrebbe esserci anche l’ivermectina.

No, l’ivermectina non è stata riconosciuta come cura anti-Covid dall’Istituto Pasteur

Il discorso infatti, nella seconda parte del messaggio, si sposta verso questo noto antiparassitario, attribuendone l’approvazione al prestigioso Istituto Pasteur. A quanto pare l’Europa e il presidente francese Emmanuel Macron «sapevano tutto», ma non ce lo dicono.

«Quindi, capiamo perché tutti gli stati hanno detto “tra settembre è necessario che…”. Sapevano già tutto. Devi avere pazienza. Non accettare alcun ricatto. Essere pazientare. Ora che l’ivermectina è di nuovo autorizzata, non c’è bisogno di un vaccino. Ottime notizie. L’Institut Pasteur riconosce l’efficacia dell’ivermectina. Una singola assunzione potrebbe in alcune persone sradicare tutto il materiale genetico della SARS covid-19. Leggi bene e condividi».

«Buone notizie: l’ivermectina è ora scientificamente riconosciuta come un farmaco efficace, nella profilassi e per il trattamento del Covid-19 dai ricercatori dell’Istituto Pasteur in Francia. I risultati dei loro studi sono stati pubblicati sulla rivista EMBO Molecular Medicine il 12 luglio 2021, quindi è recente. Un’analisi dei risultati di altre ricerche pubblicate sull’American Journal of Therapeutics chiede duramente, con prove a sostegno, di aggirare le linee guida delle agenzie sanitarie e includere l’ivermectina come standard di trattamento. Il governo di Macron lo sapeva».

Abbiamo due studi facilmente reperibili. Il primo di EMBO Molecular Medicine del luglio scorso; il secondo, che circola già in ambienti No vax italiani e che ci è stato segnalato recentemente, apparso sull’American Journal of Therapeutics ad agosto.

Gli autori della ricerca apparsa su EMBO provengono tutti dall’Istituto Pasteur, questo non significa che l’Ente riconosca e faccia propri i risultati. Ed è molto difficile crederlo leggendo lo studio, visto che si basa sui criceti. Noi non siamo dei cavalli, ricorda l’FDA sconsigliando l’ivermectina agli americani; potremmo aggiungere che non siamo nemmeno dei roditori. 

Il secondo paper ci ha colpito sopratutto per i limiti che elencano gli autori. È impressionante leggerli, se teniamo conto che gli studi di terza fase che hanno portato all’approvazione dei vaccini anti-Covid, sono in proporzione ineccepibili e sicuramente molto più supportati. Davvero è difficile comprendere cosa intendono gli autori di queste narrazioni per «sperimentale»:

«Ci ​​sono una serie di limitazioni in questa recensione. Molti degli studi che hanno fornito dati non hanno fornito descrizioni complete dei metodi, quindi la valutazione del rischio di bias è stata impegnativa. Laddove le descrizioni dei metodi di studio erano scarse o poco chiare, abbiamo tentato di contattare gli autori per chiarire i metodi, ma la mancanza di informazioni ci ha portato a declassare i risultati in diversi casi».

«L’interpretazione complessiva dei risultati è stata ostacolata a causa della variabilità dei partecipanti reclutati, del regime di trattamento e delle cure offerte a quelli dei gruppi di controllo. Abbiamo cercato di tenere conto di questa variazione attraverso analisi di sottogruppi e di sensibilità. Tuttavia, i regimi di dosaggio e trattamento e l’uso dell’ivermectina con altri componenti della “cura standard” richiedono ulteriori ricerche. Non abbiamo incluso misure di esito di laboratorio, come la clearance virale».

Da dove viene l’appello

Tanto per metterci una pietra sopra (almeno per ora) abbiamo cercato informazioni sull’ivermectina direttamente nel Sito web dell’Istituto Pasteur, senza trovare niente di rilevante. I colleghi di 20minutes hanno analizzato questa narrazione, a fronte dei documenti dell’Istituto, constatando che l’Ente sanitario francese non ha mai riconosciuto l’efficacia dell’antiparassitario come trattamento anti-Covid, confermando la nostra analisi.

«Stai bene e non esitare a tifare le persone che desiderano non essere vaccinate», così si conclude l’appello.

Quest’ultima affermazione si conclude con un link al Curriculum di tale dottor Dominique Rueff, che risulta aver postato su Facebook il 31 luglio scorso proprio una parte importante del medesimo appello.

Conclusioni

La strategia di utilizzare fonti autorevoli, come i comunicati della Commissione europea – o studi redatti da ricercatori dell’Istituto Pasteur – è piuttosto vecchia. Gli autori contano sul fatto che pochi si prenderanno la briga di recuperare le fonti originali, e leggerle con attenzione.

Così vecchie notizie possono essere amalgamate assieme e distorte a piacimento, producendo appelli come quello che abbiamo appena analizzato, allo scopo di radicalizzare e motivare la propria fascia di utenza. In questo caso, si chiede soprattutto ai titubanti di resistere e non vaccinarsi, con tutte le conseguenze sulla lotta contro la pandemia che possiamo immaginare.

Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).

Foto di copertina da Freepik (Halloween foto creata da ArthurHidden – it.freepik.com)

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