L’ombra del ricorso sul nuovo M5s, voto da rifare? Così rischiano di saltare anche Raggi, Fico e Di Maio

Presentata in tribunale una richiesta di sospensione cautelare dell’efficacia del nuovo Statuto e della nuova leadership di Conte. Il gruppo di attivisti autori del ricorso solleva dubbi rilevanti anche sulla nuova piattaforma di voto scelta al posto di Rousseau

Potrebbero essere messi da parte a sorpresa i membri del Comitato di garanzia del M5s. Luigi Di Maio, Roberto Fico e Virginia Raggi rischiano di vedersi tolta la carica di componenti del comitato del Movimento. Questo perché gli attivisti che hanno fatto ricorso contro il nuovo Statuto e contro l’elezione di Giuseppe Conte presidente hanno ora presentato una richiesta di sospensione cautelare dell’efficacia del nuovo Statuto e della nuova leadership del M5s. Dunque, nel caso in cui il tribunale decida di procedere con l’accoglimento dell’istanza presentata, in attesa della definizione del ricorso, tornerebbe vigente il vecchio Statuto del Movimento che, tra le altre cose, prevedeva l’incompatibilità tra la carica nel Comitato di garanzia e le cariche elettive istituzionali. Esattamente la posizione in cui si trovano Di Maio, Fico e Raggi.


Orfani di Rousseau

Il gruppo di attivisti autori del ricorso solleva dubbi rilevanti anche sulla nuova piattaforma scelta al posto di Rousseau (il sistema Skyvote) e contesta in particolare «l’esclusione dal diritto di voto degli iscritti da meno di sei mesi» e «la pubblicazione della convocazione su una piattaforma ignota alla maggioranza degli iscritti». Stando a quanto riportato in un documento fatto girare nell’ambiente degli attivisti M5s, il sistema di voto selezionato «non sarebbe in grado di verificare se l’utente che accede al voto abbia i requisiti per votare o se sia un utente reale, ma invia esclusivamente i codici di accesso per votare a qualunque email gli venga comunicata dal M5s». Ne consegue che «non è quindi in grado di garantire che non ci siano utenti finti o doppie iscrizioni della stessa persona con email diverse o iscritti non certificati senza i 6 mesi richiesti per statuto per votare».


I bug su Skyvote

Gli attivisti M5s non sono quindi disposti ad accettare Skyvote per le consultazioni interne al partito, e riportano alcuni esempi che testimoniano alcuni dei bug più importanti riscontrati sulla piattaforma. Per esempio, scrivono nello stesso documento, «è già accaduto che per la votazione del sindaco per la città di Torino siano stati inviati da Skyvote gli accessi per votare a iscritti non residenti a Torino e che non avevano quindi diritto di voto» e che «nella votazione per lo statuto siano stati invitati a votare (e abbiano votato) parlamentari addirittura espulsi e che probabilmente invece non avrebbero dovuto partecipare alla votazione». Peraltro il gruppo denuncia il fatto che la lista di persone alle quali Skyvote ha inviato gli accessi per votare e che hanno votato è «diversa dalla lista di aventi diritto al voto che invece il notaio ha certificato».

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