Ondata di firme per il referendum per l’Eutanasia legale: oltre 1 milione

Il referendum è l’«unico strumento per il diritto all’autodeterminazione», dice Filomena Gallo dell’associazione Luca Coscioni. Il traguardo arriva a 15 anni di distanza dalla risposta di Napolitano all’appello di Piergiorgio Welby

La raccolta firme per il Referendum Eutanasia Legale supera quota un milione, a due settimane dalla consegna delle firme in Corte di Cassazione, prevista l’8 ottobre. A farlo sapere è l’associazione Luca Coscioni: l’obiettivo delle 500mila firme necessarie per il deposito «è stato dunque raddoppiato»: di quel milione, 640.621 sono firme cartacee raccolte ai tavoli in tutta Italia e 372mila sono invece state raccolte online con firma digitale. «Un risultato straordinario che arriva esattamente 15 anni dopo la lettera di Piergiorgio Welby al presidente Giorgio Napolitano per chiedere l’eutanasia», commenta Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni. «Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio … è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti», scriveva Welby in quella lettera in cui invocava l’eutanasia come possibilità anche per il popolo italiano. L’allora capo dello Stato aveva risposto il 23 settembre 2006, augurandosi che il tema fosse affrontato nelle sedi più idonee: il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento, diceva Napolitano. Peccato che da quel momento «il Parlamento non è riuscito a riunirsi neppure un momento per discuterne», chiosa oggi Gallo.


La lunga attesa di una legge

A ricordare questi 15 anni di silenzio e immobilismo è oggi anche Mina Welby, presidente dell’Associazione Luca Coscioni e moglie di Piergiorgio, parlando a Montecitorio del tempo trascorso senza rispettare né il richiamo del Presidente Napolitano, né le sentenze della Consulta e nemmeno la minima discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita”.Gallo sottolinea il traguardo raggiunto. «Il referendum sull’eutanasia legale è l’unico strumento che abbiamo a disposizione dopo tanto tempo per affermare il principio di autodeterminazione della persona e garantire la possibilità di decidere il proprio fine vita. Senza le discriminazione che oggi ancora esistono», aggiunge la segretaria dell’associazione Luca Coscioni. Il Comitato Promotore del Referendum ha nel frattempo ufficialmente completato la certificazione (lavoro che comunque continuerà fino al deposito l’8 ottobre) della soglia minima richiesta da consegnare in Cassazione per poter indire il referendum: le firme già corredate di “certificato di iscrizione nelle liste elettorali” e pronte per il deposito, spiega la nota dell’associazione, sono 513.540: 311.540 cartacee e 202.000 digitali.


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