Il prof di Orvieto (non vaccinato) stufo anche dei tamponi: «Non sono No vax. Ma il Green pass è criminale». Ora rischia la sospensione

«Ho tentato di convincerlo a vaccinarsi», ha spiegato la dirigente scolastica. «Non farlo – spiega – è al momento una scelta, ma io devo muovermi secondo la normativa e sospenderlo da martedì prossimo se non cambierà idea»

Il prof. Gianfranco Pigozzi non ci sta. Non vuole né vaccinarsi né sottoporsi più ai tamponi per andare a lavoro. Docente di arte alla scuola secondaria Signorelli di Orvieto, ha deciso di manifestare pubblicamente il suo dissenso e, dunque, di interrompere i test anti-Covid ai quali si sottoponeva dal primo settembre scorso per entrare a scuola. Adesso, dunque, rischia la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Pigozzi, per far conoscere la sua storia, oggi 24 settembre, ha deciso di affiggere un cartello fuori dall’istituto in cui insegna: «Il Green pass è vergognoso e criminale perché provocatoriamente disonesto nei confronti dei cittadini, violentemente lesivo dei diritti costituzionali, inutile per la prevenzione del contagio», si legge. E non è finita qui. Sempre sullo stesso cartello, Pigozzi in merito al Green pass ha parlato di «un brutale atto di ricatto e sottomissione politica».


«Come libero cittadino mi sento discriminato, perché non mi sto sottraendo a nessun obbligo di legge ma sto compiendo una libera scelta», ha spiegato poi all’Ansa. Non si definisce un No vax: «Ho fatto fare alle mie figlie tutti i vaccini obbligatori ma sono molto perplesso sull’utilità e sull’efficacia di questo nuovo trattamento che non si può chiamare vaccino, in quanto non corrisponde alla sua definizione storica. Nella mia cultura c’è la scienza, ma in questa emergenza sanitaria vedo che questa è lasciata in mano ai tecnocrati e agli affaristi. Non vedo un potere politico che si pone come priorità la salute pubblica e la coesione della società».


Gianfranco Pigozzi, insegnante No Green pass Orvieto
ANSA | Il cartello di Gianfranco Pigozzi contro il Green pass a scuola

La preside: «Ho provato a convincerlo a vaccinarsi»

Dopo aver speso 180 euro per i tamponi, ha deciso di dire basta: «Non mi fermerò – ha detto – finché il dibattito non sarà riportato in una situazione di confronto e in un clima di fiducia. Mi farò sospendere, con enorme dispiacere per i miei alunni. Ma spero almeno di insegnare loro a non piegare la testa di fronte alle ingiustizie». «Ho tentato di convincerlo in tutti i modi a vaccinarsi», ha raccontato la dirigente scolastica dell’istituto Signorelli, Antonella Meatta, dispiaciuta per l’accaduto. «Non farlo – ha concluso – è al momento una scelta, ma io devo muovermi secondo la normativa e, se non cambierà idea, da martedì sarà costretta a sospenderlo».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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