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La vaccinazione anti Covid è sconsigliata per le donne in gravidanza? Le parole di Crisanti e la realtà

25 Settembre 2021 - 13:37 Juanne Pili e David Puente
Il microbiologo dice che le donne in gravidanza non devono ricevere vaccini vivi attenuati. Ma in Italia non vengono utilizzati contro la Covid

Stanno facendo scalpore le recenti affermazioni del professor Andrea Crisanti il quale durante la trasmissione Tagadà (La7) nella puntata del 24 settembre. Il medico e microbiologo risponde alla conduttrice Tiziana Panella sconsigliando i vaccini contro il nuovo Coronavirus alle donne in gravidanza, suggerendone la somministrazione subito dopo, per due motivi: non vi sarebbero sufficienti studi riguardo la loro sicurezza e sussisterebbe la possibilità che del materiale genetico penetri la placenta. C’è da dire che Crisanti parla di “vaccini vivi attenuati”, non in uso contro la Covid in Italia.

Per chi ha fretta:

  • Crisanti sconsiglia la vaccinazione in gravidanza con vaccini vivi attenuati, ma quelli in uso in Italia contro la Covid non lo sono.
  • Secondo l’ISS i dati riguardo alla loro efficacia e sicurezza sussistono, tanto da motivare il via libera del Ministero della Salute.
  • L’unica perplessità riguarda il primo trimestre di gravidanza, dove l’eventuale febbre dovuta alla reazione immunitaria potrebbe creare problemi.
  • Sono noti i rischi in gravidanza con la Covid-19.

Analisi

Riportiamo di seguito le affermazioni di Crisanti:

Io le consiglierei di farla [la vaccinazione, Ndr] subito dopo la gravidanza perché non ci stanno abbastanza studi su quelli che sono gli effetti… guardi, le spiego: in gravidanza non si danno vaccini vivi, va bene? Tutti i vaccini attenuati non si danno in gravidanza, però in gravidanza si danno vaccini come virus uccisi o proteine, va bene?

Crisanti si dichiara contrario all’utilizzo in gravidanza dei “vaccini vivi attenuati”, non per quelli “morti” o costituiti da proteine virali. Non cita nello specifico anche i vaccini basati sul mRNA, che è bene ricordare non sono affatto “vaccini vivi attenuati”.

In Italia i vaccini anti Covid non sono vivi attenuati

Che cosa sono i “vaccini vivi attenuati”? Sono quelli che contengono virus o batteri indeboliti in laboratorio, con l’obiettivo di farlo replicare nel corpo umano al fine di ottenere una risposta immunitaria. Un vaccino vivo attenuato è quello di Sabin contro la poliomielite.

Ricordiamo che i vaccini anti Covid-19 come AstraZeneca e Johnson & Johnson non contengono virus vivi attenuati, ma degli adenovirus appositamente creati per non replicarsi e per non sviluppare la malattia.

Secondo Crisanti «Tutti i vaccini attenuati non si danno in gravidanza, però in gravidanza si danno vaccini come virus uccisi o proteine, va bene?». Gli attuali vaccini anti Covid-19 utilizzati in Italia non contengono il Sars-Cov-2 nella forma viva e attenuata, così come non sono presenti vaccini contenenti il virus nella sua versione “morta”.

Cosa dice l’Istituto Superiore di Sanità

Lo stesso giorno in cui Crisanti interviene a La7, l’Istituto Superiore di Sanità ha motivato il recente via libera del Ministero della Salute ai vaccini in gravidanza tra il secondo e terzo trimestre. L’unico dubbio sollevato riguarda il primo trimestre, ma per una questione legata alla febbre dovuta alla risposta immunitaria:

Sebbene la vaccinazione possa essere considerata in qualsiasi epoca della gravidanza, ad oggi sono ancora poche le evidenze relative a vaccinazioni eseguite nel primo trimestre. Le donne che desiderino vaccinarsi in questa epoca gestazionale devono valutare rischi e benefici insieme a un sanitario anche alla luce dell’evidenza che la febbre, che rientra tra le possibili reazioni al vaccino, può causare un aumento del rischio di malformazioni congenite.

Lo stesso ISS spiega che il rischio maggiore risulta la malattia:

Le donne a maggior rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 (es. professioniste sanitarie, caregiver) e/o a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da COVID-19 (donne con fattori di rischio come età> 30 anni, BMI>30, comorbidità, cittadinanza di Paesi ad alta pressione migratoria) rimangono il target prioritario per la vaccinazione in gravidanza.

Se una donna si vaccina e scopre di essere in dolce attesa? Ecco cosa suggerisce l’ISS:

Si sottolinea che, se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza dopo aver già ricevuto il vaccino, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza. Inoltre, se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.

Guardiamo all’estero. Come riportato nel sito dei CDC americani, l’11 agosto 2021, le prove sulla sicurezza e sull’efficacia della vaccinazione anti Covid durante la gravidanza «sono in aumento» e suggeriscono che i benefici di ricevere il vaccino «superano qualsiasi rischio noto o potenziale della vaccinazione durante la gravidanza».

Dello stesso parere troviamo anche la sanità pubblica del Regno Unito. Secondo quanto riportato nel sito ufficiale britannico, il Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI) ha consigliato alle donne in gravidanza di ricevere i vaccini anti Covid, ricordando che negli Stati Uniti sono state vaccinate circa 90.000 donne in gravidanza con vaccini Pfizer e Moderna senza riscontrare problemi di sicurezza.

Le vaccinazioni in gravidanza

Ricordiamo, inoltre, che vaccinazioni come quelle contro la pertosse sono indicate proprio durante la gravidanza, secondo quanto riportato anche dal Ministero della Salute. Sul sito dell’Ospedale Niguarda di Milano leggiamo:

In gravidanza, se non è stato fatto prima, diventa imperativo il dTpa. E’ pericolosissima in particolar modo la pertosse, che contratta nei primi mesi di vita può essere molto grave o persino mortale e la fonte di infezione è quasi sempre la madre. Il periodo raccomandato per effettuare il vaccino per la pertosse in gravidanza è idealmente intorno alla 28a settimana, al fine di consentire alla gestante la produzione di anticorpi sufficienti e il loro passaggio nella placenta. Il vaccino dTpa è sicuro sia per la donna in gravidanza sia per il feto.

Si consiglia anche quello contro l’influenza:

È raccomandato anche il vaccino contro l’influenza in gravidanza, in particolare alle donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. I vaccini contro MPR (morbillo-parotite e rosolia) e varicella, contenendo virus vivi attenuati, non possono essere somministrati in gravidanza. Al momento dell’inizio della gravidanza è necessario che la madre sia già vaccinata regolarmente da almeno un mese. Anche la vaccinazione anti-HPV (papilloma virus) non è attualmente consigliata per le gestanti, poiché non sono stati effettuati studi specifici sull’impiego del vaccino in donne gravide.

I vaccini a mRNA in gravidanza?

Abbiamo contattato Francesco Cacciante (biologo molecolare) e Luca Fanasca (microbiologo) in merito a un’altra dichiarazione fornita da Crisanti a La7:

Ora, dopo la quarta settimana noi sappiamo che c’è scambio di materiale genetico, sia dal feto verso la madre che dalla madre verso il feto. Quindi significa che la placenta è permeabile al materiale genetico. Non ci stanno abbastanza dati per verificare che effettivamente il vaccino non passa la placenta.

Secondo quanto spiegato dai due esperti, le affermazioni di Crisanti non sembrano trovare riscontro.

Anche prendendo per vero che gli studi in merito alle vaccinazioni in gravidanza siano meno numerosi di altri che trattano ambiti diversi, d’altro canto non sembrano emergere evidenze significative riguardo ai due punti fondamentali trattati da Crisanti:

  • se per materiale genetico considerassimo i vaccini a mRNA, questo permane nel deltoide, per poi essere degradato dopo la lettura da parte degli enzimi nelle cellule.
  • considerando tutti i tipi di vaccino (molecolare o adenovirale), anche se teoricamente una parte del materiale genetico potesse entrare in circolo e penetrare la placenta, non si comprende in che modo questo dovrebbe rappresentare un pericolo per il feto.

Certamente gli eventi avversi, per quanto rari, non sono esclusi, ma il bilancio rischi-benefici risulta vantaggioso.

I rischi della Covid in gravidanza

In un approfondimento a firma del medico e ginecologo Salvo Di Grazia, pubblicato il 17 maggio 2021 sul sito della FNOMCeo Dottore, ma è vero che…?, vengono elencati i rischi della Covid in gravidanza:

Si è visto in uno studio recente, condotto su più di 2.000 donne, che Covid-19 può avere effetti negativi molto gravi soprattutto a carico della gestante [2]. Un grave problema materno in gravidanza si ripercuote, in un’alta percentuale di casi, anche sul feto e sulla sua salute. Le donne colpite da Covid-19 infatti hanno un alto rischio di parto prematuro, infezioni, eclampsia (una grave malattia esclusiva della gravidanza) e persino morte. Questo significa che il feto – per esempio in caso di parto prematuro o infezione in gravidanza – rischia altrettanto.

Conclusioni

Andrea Crisanti, parlando di Covid, non suggerisce la vaccinazione con vaccini vivi attenuati nelle donne in gravidanza. Quelli usati attualmente in Italia non hanno questa caratteristica. In merito agli studi, ad oggi non ci sono motivi per sconsigliare la loro somministrazione nelle donne in gravidanza salvo che nel primo trimestre. Al momento abbiamo soprattutto evidenze che suggeriscono particolari pericoli per le donne in gravidanza e i nascituri, se positive alla Covid-19. Ne avevamo parlato in precedenti articoli (qui, qui e qui). Inoltre, diversi studi mostrano come gli anticorpi della madre possono essere trasmessi al nascituro.

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